Addio George H.Bush: dall’amore per Barbara alla Guerra del Golfo. Chi era Poppy

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Di Redazione Metropolitan

George H. Bush, il 41° Presidente degli Stati Uniti d’America, se ne è andato all’età di 94 anni. Era da anni affetto dal morbo di Parkinson ed era sulla sedia a rotelle, cosa che non gli ha impedito di partecipare ad eventi pubblici e di andare a vedere il football, accompagnato dalla sua amata Barbara, morta di recente. 

A dare l’annuncio è stato il figlio George W. Bush, presidente degli Stati Uniti per due mandati, mediante una nota. L’ultima apparizione pubblica di H. Bush risale ai funerali di sua moglie Barbara, morta di recente, il 17 aprile 2018. Si è spento venerdì sera poco dopo le 10, così ha riferito Jim McGrath, il portavoce della famiglia Bush.

George e Barbara

La loro storia d’amore è durata 73 anni. George aveva conosciuto Barbara ad un party di Natale a Greenwich, quando lei aveva solamente 16 anni. Nel 1945, finita la guerra, si sono sposati, dopo che lui aveva combattuto pilotando aerei a cui aveva sempre dato il nome di lei. Insieme ebbero sei figli, quattro maschi e due femmine: George Walker Bush (1946), Pauline Robinson “Robin” Bush (morta nel 1953 a soli 4 anni per leucemia), John Ellis “Jeb” Bush (1953), Neil Mallon Bush (1955), Marvin Pierce Bush (nato nel 1956), Dorothy “Doro” Bush Koch (1959). Si considerava, ancora nel 2017, il più fortunato uomo al mondo per il semplice fatto avere Barbara accanto: “Ti amo, tesoro, con tutto il mio cuore e sapere che tu mi ami è per me la vita“. Così le scriveva in alcune lettere diventate poi pubbliche. “Buonanotte, mia bellissima”.

Le origini 

George H. Bush o “Poppy“, come lo chiamavano in famiglia, è nato il 12 giugno 1924 a Milton nel Massachusetts. Figlio di un ricco banchiere di Wall Street e Sanatore del Connecticut. A scuola andava in limousine e autista in livrea. Nonostante la sua vita, decisamente agiata, non restò nella culla della sua ricca gabbia d’oro, ma decise di combattere per il suo paese, dimostrando di avere stoffa da patriota. Nel 1941, dopo Pearl Harbour, si arruolò come pilota della NAVY e fu abbattuto dai giapponesi. Poi sposò Barbara e andò in Texas per fare fortuna col petrolio.

Carriera politica

Fu deputato dal 1966 al 1970, ma mai Senatore. Nel ’71 Nixon lo nominò ambasciatore all’Onu. Due anni dopo, in pieno Watergate, gli ha offerto la direzione del partito repubblicano. E’ sopravvissuto allo scandalo e nell’ottobre del 1974, insieme a Gerald Ford, è diventato primo ambasciatore in Cina, carica che ha lasciato l’anno dopo per diventare capo della Cia. Nel 1980, ha fatto il colpo della vita: Ronald Reagan, a cui aveva cercato di tagliare la strada, lo cooptò a vice. Otto anni dopo, contro Michael Dukakis nel 1988, è stata una gara senza storia anche per via dei colpi bassi escogitati dal suo stratega Lee Atwater.

Il mandato, dal 1989 al 1993

La politica estera era il suo obiettivo principale. Le sue operazioni: “Giusta Causa“, “Panama“, “Riporta Speranza” in Somalia, la prima invasione dell’Iraq sullo sfondo del crollo del Muro di Berlino, raccogliendo il 90% dei consensi in anni di cambiamenti epocali. La Guerra del Golfo del 1991, lo rese popolare, specie quando gli Usa hanno sconfitto l’Iraq dopo l’invasione del Kuwait. Popolarità, poi travolta dalla crisi economica di quegli anni. A far fuori dai giochi il “SuperBush“, è stata la crisi economica e la promessa elettorale mancata sulle tasse: “Read my lips: no new taxes”.

Il Dopo Casa Bianca

Fu presidente di un solo mandato, colpa della crisi economica. Alle elezioni del 1992 ha incassato una grande sconfitta elettorale contro Bill Clinton (ottenendo il 37% dei voti). Ma, felice di lasciare Washington, quel giorno ha chiuso con la politica attiva. Definendosi poi “Nonno a tempo pieno“.

Avversità per Trump

Negli ultimi anni Bush padre è stato ricoverato più volte. In molte occasioni non ha nascosto la sua avversità verso le posizioni dell’attuale presidente Donald Trump, che alle primarie del 2016 ha sconfitto  Jeb Bush, suo figlio e ha stravolto il modo di essere repubblicani da sempre prodigato dalla sua famiglia.

Martina Onorati