Alex Morgan, infuso polemico: il tè è servito alla Regina

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Di Redazione Metropolitan

L’esultanza di Alex Morgan dopo il gol del 2-1 contro le Lionesses dell’Inghilterra ha fatto scatenare la furia di un popolo intero, quello inglese.

Si possono dare milioni di significati alla esultanza di Morgan. La stessa attaccante degli USA ha twittato – e spiegato – così a fine partita:

Un semplice “that’s the tea“, insomma. Come per dire “ecco, vi ho segnato, andiamo in finale“. Una esultanza che ha fatto andare di traverso la tradizionale bevanda pomeridiana a una nazione intera.

Morgan ha spiegato, poi, che il gesto di bere il tè faceva parte di una sfida con Rapinoe per tenere alto il livello delle esultanze dopo il gol. Queste sono state le due spiegazioni date dalla centravanti statunitense.

L’account ufficiale della squadra femminile USA ha spiegato il gesto come qualcosa in onore delle 13 colonie. Il tutto 48 ore prima del 4 Luglio, giorno nel quale si festeggia l’Indipendenza proprio delle 13 colonie US dal Regno di Gran Bretagna. Anche Hillary Clinton ha twittato, esprimendosi così sulle ragazze statunitensi e sulla esultanza di Alex Morgan:

Nessuno potrà mai sapere cosa è passato nella testa di Morgan in quel momento. C’è chi lo ha visto come un semplice sfottò alla tradizione inglese, chi come un messaggio politico. Messaggio politico che potrebbe essere riferito al Boston Tea Party del 1773, un atto di protesta dei coloni americani contro l’aumento delle tasse sul tè, promosse dal governo britannico.

CONOSCIAMOLA MEGLIO:

Alex Morgan, l’icona per eccellenza del Calcio Femminile, e non solo. La supereroina made in USA (San Dimas, California). Baby Horse, così l’hanno soprannominata le compagne di nazionale. Un soprannome per una nuova Avenger che non sfigurerebbe vicino a Scarlet Witch o a Pepper Pots. D’altronde il passaggio da Captain Marvel a Captain Morgan (non la marca di rum) è breve, brevissimo.

Quella di Morgan è una bellezza oggettiva, contro ogni stereotipo del tipo “le donne che giocano a calcio sono tutte maschiacce”. Bella fuori e – soprattutto – dentro al campo: torniamo per un attimo al soprannome di Baby Horse (cavallino/puledro per i pochi che non masticano l’inglese), Baby Horse per la sua velocità e per una stile di corsa tutto suo, elegante come pochi. Attaccante moderna (brava sia di testa che coi piedi), grande tecnica individuale e dialoga molto con la squadra. È brava a fare sponda e ad attaccare la profondità, a tratti può ricordare il primo Fernando El NiñoTorres, quello di Liverpool.

https://twitter.com/Seba__Lopez7/status/1140006374740570113

In questo Mondiale Femminile sta dimostrando, ancora una volta, di essere una fuoriclasse assoluta: 6 gol (5 contro la Thailandia nello storico 13-0) e 3 assist in 6 partite giocate. Con i gol segnati in questo Mondiale francese, i numeri con la Nazionale USA dicono 107 gol in 168 presenze.

Numeri mostruosi per una giocatrice stupenda che in carriera ha vinto, tra le tante cose, il National Women’s Soccer League (NWSL, la massima lega professionistica di calcio femminile degli USA), un Campionato Francese, una Coppa di Francia, una UEFA Women’s Champions League, un Oro Olimpico e un Mondiale.

Alex Morgan, that’s the tea!

CREDIT IMMAGINE EVIDENZA: BBC

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