AltoFest: Pryzmat Dance Company The Selfies

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Di Redazione Metropolitan

Audace la performance della Pryzmat Dance Company, compagnia di danza professionale nata nel 2007 a opera di Katarzyna Grabiniska, con sede in Olsztyn (Polonia). In occasione dell’AltoFest  hanno trasportato la rappresentazione dell’arte del movimento dal teatro al limitato spazio di un appartamento, sfruttando ogni centimetro dell’abitazione e servendosi di oggetti per esprimere una realtà comune.  

The Selfies il titolo della performance esprime già di per sé un determinato significato, ma il racconto attraverso  la danza di corpi giovani esprime  in maniera ineguagliabile ciò che può esser detto. La denuncia  è nei confronti di una società che spinge la massa a gareggiare  per la popolarità, misurata in numero di like di social network. Un’opinione pubblica che diventa asfissiante nella vita delle persone, che sembrano abbiano dimenticato di avere libera scelta, in quanto sono accecati da un alone di illusione.

La dimostrazione concettuale delle ballerine parte dalla loro accoglienza nei confronti del pubblico: aprono a turno la porta d’ingresso, scrutando con attenzione chi hanno difronte, per poi scegliere un  certo numero di individui. Palese il voler indicare un dominio che chi sta in alto, esercita sul gradino più basso della società.  

Si contorcono le braccia, le gambe, le mani in una frenesia incessante che porta le artiste a rimbalzare dal pavimento agli angoli delle porte. Si trascinano pesantemente nelle diverse stanze scontrandosi con i muri, i letti, con chi fa parte del gioco. Dal terrazzo si dispongono in fila e inviano baci quasi a prendere in giro ciò che rappresentiamo: una fetta del popolo persa nei vortici ingannevoli di ciò che è stato già deciso.

Quando giungono in cucina i protagonisti si siedono ad un tavolo insieme ad un pupazzo bianco enorme che diviene un joystick con il quale il capo di turno muove le altre pedine. Voltano il viso a destra, sbattono la fronte sulla tovaglia, cadono a terra.

La tragedia si conclude con una lotta al potere, a chi raggiunge la vetta per primo. Ci sono grida che rimbombano tra le pareti mentre la carne viene scaraventata un pò ovunque. Non ci sono rimorsi, ma solo sguardi di sfida e desiderio di rifarlo ancora, solo per vincere. Ma come lo scrittore Paulo Coelho affermò il vincitore è solo.

Ma che senso ha vincere se si vive con una faccia differente dalla nostra? I sentimenti dell’uomo oramai sono diventati prodotti in vendita e non si sfugge più alla legge del selfie.

Maddalena Tortora