Attività giovanile nel golf: come migliorarla.

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Di Redazione Metropolitan

Dall’attività giovanile passa tutto il futuro del movimento golfistico italiano, questo è certo.

attività giovanile golf
photo credit: TheBogeyBlonde

Nonostante l’indubbio successo delle nostre rappresentative Nazionali giovanili, i numeri del movimento golfistico italiano lasciano molto a desiderare: siamo buoni sì, ultimi però nel panorama Europeo a distanza abissale dai penultimi (la Spagna) che ha circa il triplo dei nostri tesserati, con oltre 30000 giovani rispetto ai poco più di 10000 italiani.

Attività giovanile: la Nazionale.

Indubbio quindi l’ottimo lavoro svolto dalla Federazione nei confronti degli atleti di più alto livello; ma è stato un caso che abbiamo trovato atleti preparati, motivati ed all’altezza dei migliori pari età straniere? Forse si. I vari Andrea Romano, Matteo Cristoni o Alessia Nobilio, Caterina Don (e molti altri che non cito per motivi di spazio) sarebbero emersi comunque, e forse anche in qualsiasi altro Sport.

Attività giovanile golf
Photo credit: Federgolftoscana.it

La …ricetta?

Ma l’Italia allora di cosa ha bisogno? Prima di tutto la presenza nelle scuole con testimonial che possano spiegare appieno ai giovani cosa è il Golf. Poi Lo sviluppo all’interno dei Circoli con corsi “seri” almeno trisettimanali fin dalla più tenera età ed affidati non solo a maestri ma a chiunque condivida (con un minimo di competenza) il progetto.
Infine la Federazione dovrebbe incentivare l’attività agonistica con circuiti provinciali-regionali e nazionali, prevedendo rimborsi per l’organizzazione delle gare ma anche per gli atleti più meritevoli indirizzandoli alle competizioni per loro più consone.

La rincorsa all’OdM

Nella attualità, infatti, stiamo assistendo ad una rincorsa continua della prestazione/punti sia per le classifiche del Ranking che per l’Ordine di Merito. Queste due graduatorie risultano essenziali da una parte per misurare il “valore” del giocatore e dall’altra per accedere alle competizioni più prestigiose. E la rincorsa continua anno dopo anno perché…l’obiettivo è lì, ma nessuno lo conosce. E’ però assurdo vedere sempre più spesso piccoli di 10/ 12 anni -ancorchè molto bravi – competere costantemente con diciassettenni o addirittura con ultra maggiorenni.

Concludendo

Quindi al soluzione…a Firenze si dice: “fammi indovino e ti faccio ricco!” Difficile identificarla; di certo la gestione attuale non funziona per ottenere numeri importanti. Potrebbe forse bastare mettere dei “filtri” per graduare la crescita dei giovani partendo da una attività provinciale, regionale ecc.. Forse potrebbe essere sufficiente trattare il Golf come ogni altro sport che, fatto agonisticamente, prepara alla vita ed aiuta superare i momenti difficili che costellano la nostra esistenza.

Come ho già accennato in un precedente articolo, lo sport si sviluppa quando le società (ossia i circoli nel golf) si prendono carico completo dell’attività giovanile. Allora si forma un gruppo ed insieme si cresce nel numero e nella qualità. Fintanto che partecipazione a gare ed attività in genere sono demandati alle famiglie, è probabile che, in concomitanza delle gare, si trovi sempre qualcosa di meglio da fare!

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