Brexit: no di Westminster all’accordo con l’Ue, Theresa May messa in discussione

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Di Redazione Metropolitan

Brexit da rifare: l’accordo sul divorzio dall’Ue raggiunto a novembre dalla premier Theresa May con Bruxelles è stato bocciato dalla Camera dei Comuni britannica con 432 no contro 202 sì. 

Brexit che rischia l’impasse. La premier Theresa May non vuole dimettersi nonostante la bocciatura dell’accordo sulla Brexit, ma stasera deve affrontare la mozione presentata dai laburisti. Diversi gli scenari possibili: da nuovi negoziati a elezioni anticipate, fino allo spettro del no-deal o un nuovo referendum.

Il Parlamento britannico (Credits: appelloalpopolo.it)

Il voto di sfiducia per Theresa May

Nonostante la portata della bocciatura, il peggior margine per un esecutivo nei tempi moderni, la premier non si è dimessa e ha raccolto la sfida di Jeremy Corbyn, il leader dei laburisti, che aveva annunciato la sua intenzione di presentare una mozione di sfiducia contro la May. Corbyn ha definito “catastrofica” la sconfitta sulla Brexit.


Il voto di ieri sulla Brexit dimostra che il governo Tory di Theresa May non ha una maggioranza sulla questione più vitale che è di fronte al Regno Unito e non è in grado di controllare la Camera dei Comuni. Il governo ha fallito, restituisca la parola al Paese” ha ribadito il leader dell’opposizione.

Jeremy Corbyn, leader del Partito Laburista (Credits: www.youtube.com)

Per i sondaggi la sfiducia è comunque improbabile. I Tories difficilmente voteranno contro il proprio esecutivo. Se dovesse passare, Theresa May dovrà dimettersi e un nuovo governo dovrebbe chiedere la fiducia al Parlamento entro 14 giorni. Altrimenti, si andrebbe a elezioni anticipate

Manifestanti davanti alla piazza del Parlamento a Londra durante il voto (Credits: ansa/Photo/Frank Augstein)

La mozione contro il governo è stata comunque invocata dalla May come ultima carta per non dimettersi. E replica a Jeremy Corbyn.


Le elezioni non sono nell’interesse nazionale: porterebbero divisione mentre il Paese ha bisogno di unità, servono certezze e un ulteriore rinvio non sarebbe buono per il popolo britannico che vuole guardare avanti“.

Theresa May vs Jeremy Corbayn (Credits: inews.co.uk)

Schinas: “L’accordo non si negozia

Intanto il portavoce della Commissione, Margaritis Schinas, ha fatto sapere che “l’accordo non si rinegozia“.


L’accordo non può essere rinegoziato. Ora sta al Regno Unito dire cosa vuole. Aspettiamo di sapere da loro quali sono i prossimi passi“.

Schinas lascia, però, intendere che c’è qualche possibilità per variare la dichiarazione politica congiunta sul sodalizio futuro. Sempre che Londra modifichi i suoi fermi.

Margaritis Schinas, portavoce dell’esecutivo Ue (Credits: www.catalannews.com)

Il commento del ministro dell’Interno, Matteo Salvini

Il governo italiano prende atto del voto del Parlamento britannico e il vicepremier Salvini commenta la vicenda.


Il popolo è sovrano. Evidentemente gli inglesi non ritengono sufficienti le garanzie contenute nell’accordo tra il governo britannico e l’Ue. E il popolo ha sempre ragione. Penso che si andrà verso una forma di uscita ancora più accentuata, ma quando vota il popolo, vota sempre bene“.

Matteo Salvini (Credits: www.politicalite.com)

Patrizia Cicconi