Carnival Row: il promettente fantasy vittoriano di Amazon

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Di Redazione Metropolitan

Carnival Row è l’ultimo prodotto ad aggiungersi alla scuderia di casa Amazon, che sembra aver ormai preso sul serio la folle corsa verso il trono dello streaming, ed inizia finalmente a farsi notare, pur non avendo ancora sparato le sue cartucce migliori.

Prima di procedere a questa breve recensione di Carnival Row, ultima fatica compiuta da Amazon Prime, credo ci siano un paio di premesse da prendere in considerazione.

Unire due dei miei punti deboli, creature fantasy e ambientazione vittoriana, in una sola opera è stato decisamente un colpo basso. Mi riesce veramente difficile rimanere obiettiva, perché mi ritrovo a gongolare come una bambina felice in quell’atmosfera affascinante.

Se poi aggiungiamo all’equazione una vecchia ed imbarazzante cotta di gioventù per Orlando Bloom quando portava orecchie a punta e parrucca bionda, causa di quell’amore incondizionato per la razza elfica che ancora oggi mi guida, la frittata è fatta.

Tuttavia, rimango avvinghiata all’ultimo briciolo di oggettività che mi rimane per snocciolare ciò che è stata questa prima serie di Carnival Row.

Non c’è che dire, le premesse anche ad un occhio imparziale risultano promettenti: un buon bilanciamento di vari elementi narrativi e scenici ha sicuramente dato vita ad una serie tv che non può passare inosservata.

vignette e philo infonerd
(foto dal web)

Punto di forza maggiore è senza ombra di dubbio l’ambientazione: un’epoca vittoriana, solo leggermente sporcata di steampunk, con menzioni ad aeronavi e poco altro, arricchita con caratteristiche del mondo fantasy non può che far battere il cuore agli appassionati del genere.

La premessa della serie infatti è che in questo mondo gli esseri umani sono venuti a conoscenza dell’esistenza dei Fae, le creature fatate. Guerre e devastazione per impossessarsi delle loro ricchezze hanno dilaniato le terre magiche in cui abitavano, e per sopravvivere molti sono fuggiti dalla propria patria, radunandosi in una città di confine chiamata Burgue.

Qui i Fae vivono come immigrati ai margini della società, facendo i lavori più umili e attirando su di loro l’odio dei cittadini di Burgue, che non vedono di buon occhio questa “invasione” di creature fatate.

Da qui si sviluppa una storia fatta di mistero, intrighi e potere, che ruota principalmente intorno alle vicende dell’ispettore Rycroft Philostrate (Orlando Bloom) e la Fae Vignette Stonemoss (Cara Delevigne).

Iniziando con le scenografie, queste risultano sicuramente imponenti e minuziosamente curate, frutto di un’evidente ricerca, basata su un mondo costruito in maniera intelligente e soprattutto ancora poco esplorato.

carnival row infonerd
(foto dal web)

Questo significa che in futuro, anche dal punto di vista delle ambientazioni, Carnival Row potrebbe riservare grandi sorprese.

Stesso discorso per quanto riguarda i costumi, basati su giochi di colori che risultano particolarmente caratterizzanti, soprattutto per quanto riguarda le creature fatate. In aggiunta a ciò abbiamo anche una fotografia sempre in grado di aiutare la narrazione nel migliore dei modi.

Insomma, se parliamo del comparto visivo che ha caratterizzato questa prima serie di Carnival Row, possiamo dire la cura e l’attenzione a riguardo hanno dato vita ad uno scenario intrigante e coinvolgente, in grado di rappresentare la storia che sta raccontando, e soprattutto credibile, nonostante la preponderante componente fantastica.

Proprio parlando dell’aspetto narrativo abbiamo un’ulteriore sorpresa.

Un mistero che porta in sé potenti sfumature tra intrighi di potere e aspetti soprannaturali aiuta lo spettatore a rimanere legato alla storia, desideroso di poter sapere come la matassa verrà dipanata. Ma questo non sarebbe bastato, se il tutto non fosse sostenuto da personaggi interessanti e storyline emozionanti, che intrecciandosi tra loro, a volte anche inaspettatamente, sono riuscite a fornire una cornice piuttosto solida alla trama principale.

carnival row infonerd
(foto dal web)

Il tema centrale della discriminazione e dell’immigrazione è trattato in maniera convincente, e conferisce a Carnival Row quel qualcosa di diverso da una semplice storia fantasy ambientata in uno scenario interessante.

Una problematica così attuale viene resa in un contesto molto lontano dal nostro, e utilizzando elementi crudi e sinceri ci porta inevitabilmente col pensiero ai giorni nostri, rendendo una storia ed uno scenario così assurdi pericolosamente reali.

Una particolare menzione va poi fatta al lato emotivo della storia.

Complice forse una trama ben scritta che si prestava all’occasione, ed attori (quasi tutti) che sono stati in grado di reggere il ruolo a loro assegnato, la parte drammatica e puramente psicologica dei personaggi è uno degli elementi forse più appassionanti dell’intera serie.

Lo sviluppo delle personalità principali è svolto abilmente, ponendo particolare attenzione al lato puramente emotivo scaturito dalle vicende che si susseguono, e questo ha probabilmente contribuito alla facilità con cui si riesce a provare empatia per i protagonisti.

carnival row infonerd
(foto dal web)

Detto questo, Carnival Row è lungi dall’essere una serie perfetta.

Ha ancora qualche aspetto su cui lavorare, sia per quanto riguarda la trama, nella quale alcuni punti risultano troppo slegati e portano inevitabilmente ad un senso di discontinuità nella storia, sia per quanto riguarda il mondo stesso creato per questa serie tv.

Del vero e proprio tessuto di cui è fatta la storia è stato detto ancora poco, ed in una realtà così solida e densa di elementi fantastici, creature incredibili e luoghi lontani, le possibilità sono infinite.

Sarebbe quindi giusto che in futuro si possa dare spazio anche a questo aspetto, che, se sfruttato bene, potrebbe contribuire a rendere indimenticabile un’ambientazione già particolare e seducente.

Nel complesso quindi, con Carnival Row gli autori René Echevarria e Travis Beacham hanno creato una serie coinvolgente, affascinante e soprattutto dal grande potenziale ancora non del tutto sfruttato.

Vignette e Philo infonerd
(foto dal web)

Dopo una prima serie all’insegna del mistero, che ha sapientemente introdotto un mondo nuovo e straordinario, le aspettative perché questo in futuro si sviluppi nel migliore dei modi rimangono alte, e l’ultimo episodio porta con sé la promessa di soddisfare le speranze in modo crudo ed emozionante.

Amazon ha già confermato l’arrivo di una seconda stagione, non ci resta quindi che aspettare di vedere come questa serie, ancora acerba ma ricca di spunti e potenzialità, riuscirà a sfruttare ciò che ha già messo sul piatto e troverà il modo di trasformarsi in quel prezioso gioiello che preannuncia di poter diventare.

Antea Ruggero

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