Coppa Libertadores, una finale da sogno: Boca Juniors-River Plate

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Di Redazione Metropolitan

Una finale da sogno in Coppa Libertadores (la Champions League sudamericana): le due squadre più rappresentative di Buenos Aires, nonché d’Argentina, e probabilmente anche dell’intera America Latina, si affronteranno nella finale del torneo più importante del continente. La Coppa Libertadores è un torneo dove la passione regna sovrana, e quest’anno a sollevare il trofeo sarà una delle due contendenti della rivaltà calcistica più sentita al mondo: Boca Juniors e River Plate.

Gli Xeneinses (i genovesi, appellativo del Boca Juniors) nella notte italiana hanno pareggiato 2 a 2 la semifinale di ritorno in Brasile contro il Palmeiras. E, forte del 2 a 0 conseguito alla Bombonera, hanno conquistato la finale di Coppa Libertadores. La partita non è stata semplice per i ragazzi di Guillermo El Mellizo Barros Schelotto: un gol annulato dal Var per fuorigioco ai paulisti dopo dieci minuti e la pressione di uno stadio che ruggiva alla ricerca della rimonta. Ma il Boca, squadra dalle mille battaglie e attuale campione d’Argentina, non è si fatta intimorire, trovando il gol del vantaggio grazie ad una bella palla crossata in mezzo da Villa e messa dentro col destro da Ramon Wanchope Abila, scelto al centro dell’attacco al posto di Benedetto (mattatore dell’andata) e Tevez (non al meglio). Il Palmeiras, in preda ai nervi, è riuscito a ribaltare il risultato nel secondo tempo col rigore del 2 a 1 messo dentro dall’ex Milan Gustavo Gomez. La sostituzione del tecnico argentino in attacco ha però dato i frutti sperati e l’eroe della 12 – la curva xeneinse – Benedetto ha messo a segno un gran gol dalla distanza ponendo fine alla velleità pauliste, regalandoci il sogno di vedere una finale di Coppa Libertadores tra le due squadre più blasonate di Buenos Aires.

L’attaccante Benedetto festeggia il gol in Coppa Libertadores (fonte dal web)

Il River Plate, dal canto suo, ha fatto qualcosa di altrettanto incredibile, mostrando denti e huevos (gli attributi, diciamo così). Nella notte di martedì i Millonarios hanno dato vita ad un finale al cardiopalma contro i campioni in carica della Coppa Libertadores, i brasiliani del Gremio. Anche in questa semifinale il Var ha avuto un ruolo chiave. 1 a 0 per il Gremio nell’andata del Monumental, e 1 a 0 per il Gremio al ritorno all’Arena do Gremio a Porto Alegre. Ma al minuto 82 un colpo di testa di La Máquina Borre, per il quale i brasiliani recriminano per un fallo di mano del centrocampista della banda cruzada, ha siglato il pareggio. Poco dopo, al minuto 85, l’arbitro ha fischiato un rigore per il River affidandosi al Var onde evitare dubbi. Tra le proteste, gli spintoni, i calci e i cartellini gialli e rossi che sono fioccati il rigore è stato assegnato e calciato al 95′ da Gonzalo El Pity Martinez, che ha spiazzato il portiere. I 13 minuti di recupero non sono bastati ai brasiliani, che non hanno nascosto a fine gara la rabbia per il gol del pareggio (forse viziato da una mano), per il rigore del vantaggio (dubbio) e anche perché il tecnico del River Marcelo Muñeco Gallardo ha violato la sua squalifica presentandosi negli spogliatoi durante l’intervallo per motivare la squadra. Nota a margine: nonostante il Var, l’arbitro ha dovuto comunque chiedere l’ausilio della polizia antisommossa per uscire dal campo.

Il River Plate celebra la qualificazione in finale di Coppa Libertadores. Sullo sfondo l’arbitro protetto dalla polizia per evitare le proteste dei giocatori del Gremio (fonte: Gazzetta.it)

Il primo Superclásico risale al 1931, e la partita fu sospesa al 75′ a seguito di un rigore poco condiviso dal pubblico in favore del Boca. Tensione, polizia e morti. Le due squadre, al tempo, si dividevano il quartiere la Boca di Buenos Aires. Poi, grazie ai soldi incassati dai club europei con le cessioni di Di Stefano e Sivori, il River si spostò a Nuñez costruendo un pezzo del Monumental. Ma la tensione è rimasta praticamente la medesima fino ai giorni nostri, anche perché tradizionalmente il Boca è la squadra del proletariato, mentre il River è la squadra della buona borghesia. Ovviamente queste differenze si sono assottigliate col tempo essendo le due squadre più seguite in Argentina.

Solo pochi anni fa, nel 2011, il River scese in segunda (la serie B argentina) dopo 110 anni di storia. Dopo la risalita è riuscita a tornare sul tetto del Sudamerica nel 2015, vincendo la sua terza Coppa Libertadores. Il Boca invece non riesce a sollevare la coppa più prestigiosa da più di una decade (2007), ma è campione d’Argentina in carica. Nonostante la crisi della Federazione e del calcio argentino in generale, venuta alla luce a Russia 2018, il 10 novembre alle ore 16 italiane, alla Bombonera ci sarà la prima delle due sfide – che si preannunciano leggendarie – fra i due club di Buenos Aires. La seconda è prevista sempre per le 16 del 24 novembre, al Monumental, ma non si escludono cambiamenti dell’ultimo minuto riguardo la data. Sarà la prima volta di un Boca-River in finale di Coppa Libertadores. Difficile fare pronostici, il Superclásico è una partita unica e imprevedibile, specialmente se è una finale di Coppa Libertadores. Quella a cui assisteremo, però, sarà l’ultima finale che si disputerà col metodo andata e ritorno, e, sinceramente, non si poteva chiedere di meglio per chiudere questa epoca.

Luca Matteuzzi