Federico Chiesa ha perso un’occasione

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Di Redazione Metropolitan

Italia-Finlandia si è rivelata una partita da dimenticare sotto qualunque aspetto tecnico-tattico. Per fortuna, nonostante la deludente prestazione, si sono comunque ravvisate alcune note positive, soprattutto in prospettiva di quell’ossatura che dovrà comporre la futura compagine europea. 

Tra queste, un Sensi a intermittenza che lascia comunque buone sensazioni, Barella che negli ultimi dieci minuti di gioco si è inspiegabilmente incendiato sul piano tecnico, e infine Federico Chiesa. 

Quella di Chiesa non è stata una grande prestazione. A guardar meglio la partita però, si potrebbe ipotizzare che ciò è accaduto più per demerito della squadra che suo. 

L’ avulsa e sterile costruzione del gioco proposta dall’Italia, soprattutto nei momenti in cui l’azione doveva allargarsi sugli esterni, non gli ha quasi mai permesso di sfondare sulla fascia. 

Non si è ritagliato grandi spazi ma quelle volte in cui il pallone girava dalla sua parte, è riuscito comunque a restare dentro la gara.

Il suo (quasi) assist per il gol di Immobile rasenta la perfezione balistica. 

Un colpo semplicemente perfetto, quel tipo di cross che per tecnica e potenza distingue i grandi esterni. E non è la prima volta che Chiesa sforna assist di questo livello

Chi lo sa che certi limiti tecnici di cui qualcuno scrive, non finiranno con il dissolversi a maturazione avvenuta. 

Tempo fa’ Paolo Condò, commentando l’acquisto di Bernardeschi da parte della Juventus, affermò che il giocatore era comunque arrivato a Torino troppo tardi. Intendeva semplicemente dire che per un calciatore è importante giocare con continuità, ma lo è anche potersi misurare a certi livelli in un momento che può arrivare ben prima dei 24, 25 anni.

Ad inizio estate, questo sembrava davvero essere l’anno in cui avrebbe lasciato la Fiorentina.

Rocco Commisso ha di sicuro fatto il bene della squadra trattenendo Chiesa. Non è scontato invece, che per la sua crescita calcistica fosse sensato rimanere un altro anno a Firenze. 

Certo, esistono infinite obiezioni a questa affermazione. Ad esempio, dipende dove vai e quanto giochi. E forse, è preferibile essere titolare alla Fiorentina che perennemente panchinaro in un top club. O alla meno peggio, un giocatore che disputa 10 partite stagionali mentre gli Europei si avvicinano.  

Eppure rimane l’impressione che questo fosse l’anno giusto per Chiesa.
Nonostante 22 anni ancora da compiere, il suo nome è arrivata alle nostre orecchie da molto prima di quelli di Kean e Zaniolo. 

Siamo così sicuri che se quest’anno si fosse inserito in club di medio-alto livello( escluse le prime tre al mondo) non si sarebbe conquistato un posto da titolare entro la fine della stagione ? Così sicuri che il passaggio ad un club più ambizioso debba necessariamente tradursi in un percorso alla Bernardeschi? 


È giovanissimo e avrà modo di dimostrare negli anni la sua reale caratura. Il rimpianto semmai, è che guardandolo giocare, sembra pronto già adesso per il grande salto.