Game of Thrones 7 x 05: Eastwatch

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Di Redazione Metropolitan

Ed eccoci qui, lettori assidui della nostra rubrica che manco “Di più” di Sandro Mayer, siamo giunti al quinto episodio della nostra telenovela fantasy. Questa volta con un giorno di ritardo, la non puntualità ci è concessa perchè anche la regina Cersei, questo mese, ne ha subito uno. Noi, gravidi di abbuffate post-ferragosto, siamo pronti a dirvi la nostra!

 

Avevamo lasciato Jaime, quel pezzo di marcantonio in armatura, giocare con Bronn sott’acqua in una gara all’ultima apnea per sfuggire alle grinfie di Drogon ferito e mmadre incazzata. Tirato un sospiro di sollievo nella constatazione che Franco & Ciccio fossero vivi, la nostra attenzione si sposta sulla mocciosa ossigenata che, curato il figliolo piromane con Pic indolor- già fatto?, si rivolge ai superstiti dell’esercito avversario, occhio e croce na ventina di poveri cristi ammaccati con i calzoni evidentemente sporchi di pupu’. 

La teenager, tronfia nella sicurezza d’essere la copia conforme di Madre Teresa di Calcutta, ribadisce agli spettatori un messaggio intenso e del tutto veritiero: lei non è come la regina cattiva Lannister. Non gioca al dottore con il fratello, anche se ne ha fatto uccidere uno, non ha quell’orrendo caschetto alla Nino D’Angelo che Cersei si ostina ad ostentare come ultimo trend. Ma, soprattutto, lei non sottrae i padri ai loro figli. Li brucia vivi, al limite, insieme a loro. Così non soffrono di solitudine. Un po’ come faceva Giovanni Storti alla guida della sua Subaru Baracca. Un saluto di commiato quindi a Randyll Tarly e al figlio Dickon, finiti arrosto dopo aver rifiutato di inginocchiarsi alla democrazia alternativa della Targaryen. 

Nel mentre, Tyrion e Varys si confidano i segreti durante un pigiama party nella sala del trono. Entrambi, come davanti alla notizia dell’abbandono di Zayn Malik al gruppo dei One Direction, cominciano a soffrire delle inclinazioni della loro regina, proiettata ad abbandonare il falso mantra del “peace and love”. Contro i geni famigliari ci puoi far poco, vedi quel mentecatto di suo padre. Stacce. Ma Varys suggerisce a Tyrion di essere più convincente e di ricorrere ad un otorino al fine di farsi ascoltare dalla regazzina. 

 

Nel cortile di Roccia del Drago, nel mentre, Giosno’ colto in flagrante durante le prove solitarie del remake di Titanic nel ruolo di Rose, col vento ancora tra i capelli, si volta e si trova face to face con Drogon. In questa scena, rispecchiante alla perfezione l’investimento di una somma di denaro per gli effetti speciali che manco 50 anni di risparmio di noi comuni mortali, l’imponente drago mostra al re del Nord il suo sorriso smagliante. Lui, figlio prediletto, può godere delle cure dei migliori odontoiatri e Gionsno’ gli dà un buffetto sul muso perchè lui non sa cosa si prova. Colto, a tratti, da un Parkinson andante, ma glielo dà. Mammà Daenerys ne è colpita, eccitata anche, a quell’età succede. Il giovane, dopo essersi salvato in calcio d’angolo alla domanda retorica della Targaryen se non fossero stupendi i suoi figliuoli, ribadisce l’impellenza di andare a fermare l’orda di non-morti. Ad unirsi a lui nientepopodimenoche Jorah Mormont, guarito dal Morbo Grigio e detentore del teletrasporto appreso dal mentore Goku. L’obiettivo è quello di prelevare un innocuo Estraneo dal gruppo coeso di cui fa parte, forse mentre si allontana per espletare le sue funzioni (?), e portarlo in dono a Cersei che di ‘ste storielle nun se ne fott proprj. Un’idea di Tyrion per convincerla della faccenda e unirsi alla battaglia. Ah. 

 

Ed ecco che, con uno schiocco di dita, Jaime e Tyrion si incontrano segretamente nei sotterranei di Approdo del Re. Alla stregua di una carrambata ordita da quel volpone di Bronn, i due trattengono l’istinto irrefrenabile di cedere al fraterno “volemose bene” tratto dal capitolo “c’eravamo tanto amati”, per parlare di Estranei, di minacce e della necessità di convincere quello zuccherino di Cersei ad accettare una tregua sennò morimo male tutti. E so cazzi. Quindi Jaime, carico come una mitragliatrice, si dirige al cospetto della sua amata, fermo nel suo nuovo proposito ma…Cersei, colei che sfida le leggi della natura e a pelo a pelo riesce ad ovviare all’incombenza della menopausa, comunica al fratello la sua duplice natura imminente: presto, lui, sarà di nuovo zio-papà. E mò? Niente, la gravidanza affina i sensi, lei sapeva tutto e sembra essere propensa ad accettare la richiesta d’amicizia su Feisbuc da parte di Daenerys perchè ora conviene. Quanto sei alpha, fija mia. 

 

Ed ecco qua che Sir Davos, audace scopritore di talenti bastardi, scortato Tyrion ad Approdo del Re, va a farsi un giretto per andare a riprendersene un altro: Gendry. Il figlio bastardo di quel tamarro sopraffino che era re Robert Baratheon. Miracolosamente il giovane ha finito di remare e ora è pronto a rifarlo per raggiungere Gionsno’ unendosi a lui in battaglia. I due bastardelli, dopo una serie di botta e riposta da “ti facevo più grasso a ti facevo più alto”, sembrano aver legato in memoria delle gare di rutti che facevano i loro padri che mai li hanno riconosciuti. Pazienza.

Mentre Bran, utile nei suoi 15 secondi di apparizione, invia, stile Catena di Sant’Antonio, il messaggio di avvertimento sull’avanzata dell’esercito degli Estranei, Arya e Sansa mettono alla prova l’evidenza del non assomigliarsi manco per un cacchio. La prima, infatti, accusa la sorellona di essersi affezionata troppo al Trono che ha avuto in prestito dal fratello tanto da dimenticare i suoi vecchi interessi che vaneggiavano attorno alla necessità di avere la pelliccia più chiccosa di tutto il Nord. Sansa ingoia il rospo, nonostante sia più alta della sorella di 10 metri o poco più, non puo’ manco mollarle un ceffone se vuole assicurarsi di arrivare viva alla Settimana della Moda. 
Ma Dito Corto, la vrenzola dal titolo intramontabile, annusata l’aria di tensione tra le due non fa altro che alimentarla, conducendo Arya in una caccia al tesoro che la conduce a trovare biglietti segreti nascosti in squarci nei materassi stra-bordanti di acari. E sogghigna pure. Che te possino!

Nel contempo Sam, stanco di riportare il numero delle volte in cui vecchi Maestri avevano usato lo sfintere anale per espellere le cagate, abbandona la Cittadella con Gilly e marmocchio. Alla Barriera, intanto, torna Jon, il primo a padroneggiare la preziosa arte del teletrasporto, assieme a Jorah, Tormund, Sir Davos, Gentry, il Mastino e un paio di altri amici rozzi, tutti forti, grevi e detentori del fortunato dono di poter ancora respirare, si dirigono a farsi squartare dagli Estranei. Sì, saranno pure forti loro, ma mica c’hanno il teletrasporto, so’ 3 stagioni che stanno a cammina’, ancora! Chi va piano va sano e va lontano? Lo scopriremo!

Alessia Lio