Giorgio Spalletta: intervista a un giovane disegnatore italiano

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Di Redazione Metropolitan

Abbiamo incontrato Giorgio Spalletta alla presentazione del primo numero della seconda stagione di Caput Mundi, serie dell’Editoriale Cosmo in cui si è cimentato con la sua arte. In questa occasione ha deciso gentilmente di rilasciare un’intervista a InfoNerd.

(Presentazione Caput Mundi: Nero alla Forbidden Planet di Roma)

Parlaci un po’ di te. Come mai il percorso da disegnatore? E cosa ci dici riguardo ad altri lati della tua carriera?

Allora la prendiamo proprio alla larga! Vengo dal liceo scientifico dove passavo tanto tempo a disegnare sui banchi, sui diari, sui quaderni, ovunque. Leggevo un sacco di fumetti. Mi sarebbe piaciuto fare il regista, in ogni caso mi sarebbe piaciuto raccontare storie attraverso le immagini; quindi finito il liceo mi sono iscritto alla Scuola Internazionale di Comics. Frequentato il primo anno, iniziai anche a studiare scienze delle comunicazioni all’università di Tor Vergata. Ho cominciato a lavorare circa due anni dopo aver finito la scuola di fumetto, perché nel frattempo stavo concludendo la laurea triennale. Appena laureato ho cominciato subito a lavorare per l’editoriale Aurea a una serie che uscirà in futuro.  Ho collaborato anche con la Bugs Comics, per cui continuo a disegnare storie sulle testate Mostri, Alieni e Gangster. Poi una sera ho conosciuto Dario Sicchio: era un sabato sera e avevo chiamato il mio amico Lorenzo Magalotti (disegnatore di Walter Dice) che raggiunsi al McDonald’s dove stava cenando con Dario. Ci siamo stati subito molto simpatici: di lì a breve ho iniziato a frequentare lo studio Panopticon, apprezzando entrambi il lavoro dell’altro, abbiamo cominciato a pensare di lavorare insieme a qualcosa. Ha sottoposto le mie tavole a Giulio Antonio Gualtieri, editor dell’Editoriale Cosmo, il quale ha pensato che il mio stile andasse bene per la nuova stagione di Caput Mundi che Dario e Michele Monteleone, con cui stavo lavorando su Orfani, progettavano. Ed eccomi qua che sto finendo l’ultimo capitolo della seconda stagione.

(Photo Credits: Giorgio Spalletta)

Facci qualche spoiler!

Che vi posso dire… nel capitolo finale arriveremo al culmine della storia, durante la celebrazione dell’evento chiave che ha concluso la prima stagione. Siamo esattamente a un anno dopo la fine dell’ultimo numero della prima stagione. A questa cerimonia prendono parte tutti i personaggi che abbiamo imparato a conoscere nei primi due episodi. Vi posso dire che, rispetto al primo numero, il cattivo, che è uno di quelli su cui Dario e Michele hanno puntato molto, è strepitoso. Avrà un look diverso, come molti altri personaggi della serie.

Un elemento comune il cambiamento, quindi.

Sì! Il cambiamento è un elemento comune. Il percorso che i protagonisti hanno seguito nel corso dei primi 8 numeri (6 della prima e 2 già usciti della seconda) li ha trasformati molto lasciando spesso delle ferite sia fisiche che nell’animo.

(Photo Credits: Giorgio Spalletta)

Se io invece ti dicessi quali sono gli autori, di qualsiasi forma o tipo, che ti hanno ispirato nel tuo lavoro?

Io vado molto a periodi, dipende moltissimo da quello che sto facendo e da cosa leggo (continuo ancora a leggere tantissimi fumetti, credo sia essenziale per il lavoro che faccio). Per quanto riguarda Caput Mundi ho cambiato moltissimi autori di riferimento, però diciamo che i miei preferiti sono John Paul Leon, Tommy Lee Edwards, Paul Azaceta – disegnatore di Outcast – e un amore che ho da quando ho cominciato a studiare fumetto è David Mazzucchelli, disegnatore di Batman: Anno Uno e Daredevil: La Rinascita. Ho saccheggiato a piene mani Lee Weeks, e credo che i lettori più attenti lo potranno notare in diverse vignette, mentre per le scene con Eva mi sono ispirato alla Mater Morbi di Massimo Carnevale, che per me è perfetta come donna dotata di un’oscura sensualità. Questi sono gli autori che mi hanno ispirato.

Invece riguardo alla serie a cui avevi accennato prima, per l’editoriale Aurea, puoi anticiparci qualcosa?

Sì, posso anticiparvi qualcosa. È un serie che per ora non so quando dovrebbe uscire, perché il lavoro è impostato alla francese: tavole a quattro strisce con molti campi lunghi, molte figure intere, e una particolare attenzione per le ambientazioni… quindi è un lavoro che richiede un tempo maggiore di lavorazione. Si tratta di una serie sugli zombie, scritta da Roberto Dal Pra e Massimiliano Filadoro, che spero uscirà presto.  Io Ho disegnato i primi due numeri, mentre il terzo, essendo io occupato su Caput Mundi, sarà disegnato da Luca Colandrea, un disegnatore giovane e particolarmente talentuoso. Si tratta di una miniserie che dovrebbe essere costituita da otto capitoli.

Tavola di Gangster per la Bug Comics (Photo Credits: Giorgio Spalletta)

Negli ultimi anni il tema degli zombie ha avuto un discreto seguito, tanto che viene da pensare subito alla famosa serie The Walking Dead che ha dato seguito anche a una ben nota serie televisiva, come accosteresti questa miniserie a tutto il fruttuoso filone sugli zombie?

Guarda, in realtà è una cosa completamente diversa. Io amo moltissimo i film di questo genere, però questa serie ha un aspetto molto più… noir, quindi è orientato su un altro tipo di narrazione. Anche perché Roberto è uno sceneggiatore che ama il noir classico, gli zombie sono soltanto più un pretesto per raccontare una storia investigativa, ed è quindi una cosa totalmente distante dalla classica apocalisse zombie.

Qualcosa più alla George A. Romero?

No… che vi posso dire… qualcosa più alla Fido, forse, anche con una connotazione umoristica. Il fulcro della storia è che gli zombie vengono reintrodotti nella società,  questo comporta implicazioni sia politiche che sociali rilevanti. I protagonisti sono due detective di cui uno è umano e l’altro è uno zombie. Non sono zombie classici, sono intelligenti in grado di ragionare e parlare, ma ogni tanto possono avere delle ricadute e i loro istinti possono avere il sopravvento, sono comunque pericolosi.

Invece per quel che riguarda altri progetti a cui stai lavorando? Sogni? Speranze? Desideri?

Io vi parlerei moltissimo di Caput Mundi perché per quel poco che vi posso dire rappresenta il lavoro che adesso, da alcuni mesi a questa parte, sta occupando molto tempo della mia vita ed è un lavoro che mi piace tantissimo e in cui sto riversando tutte le mie energie. Per il futuro non lo so, ho tante idee e progetti in mente… però insomma sono tutte cose molto in “forse”: diciamo che al momento sto pensando più alla serie in uscita.

Da quanto tempo è che stai lavorando all’ultimo numero?

Ci sto lavorando più o meno da aprile, comunque è parecchio. Che poi sarà un grande finale che stravolgerà parecchio l’universo Cosmo.

Io invece vorrei lanciarti una provocazione: parlando di Caput Mundi un po’ tutti hanno fatto il paragone con la Marvel. Ti ritrovi o meno in questo parallelo?

Essere paragonati alla Marvel è un onore, ma l’ universo Marvel ormai è ben canonizzato e strutturato, mentre quello Cosmo ha appena iniziato a prendere forma, sicuramente il fumetto supereroistico, sia Marvel che DC, ha avuto una grande influenza sulla sua creazione. In aggiunta va preso molto in considerazione il fatto che questa serie è stampata in un formato diverso: stiamo leggendo un fumetto di 142 pagine e quindi consente di raccontare storie molto più lunghe rispetto a un albo mensile di 20, e quindi anche il modo di raccontare cambia adattandosi alla fogliazione e al formato. Un albo Marvel viene diviso in cicli, mentre Caput Mundi in capitoli. Quello che penso si stia cercando di fare è proprio quello di portare avanti la corrente del fumetto supereroistico americano, mescolandola con elementi di serie di successo nostrane come Gomorra, Suburra e Romanzo Criminale, il tutto condito dall’horror classico della Hammer e della Universal.

Ti ringraziamo tanto per l’intervista che ci hai concesso, Giorgio, e se hai qualcos’altro da aggiungere fallo pure.

Vorrei ringraziare tutti i disegnatori con cui ho lavorato, anche quelli della prima stagione di Caput Mundi, perché ci hanno fornito un ampio materiale su cui poggiarci. Sono molto contento di lavorare con queste persone che prima di tutto sono amici più che colleghi.

InfoNerd ringrazia Giorgio Spalletta per l’intervista e non vede l’ora di leggere i prossimi numeri di Caput Mundi.

A cura di Eleonora D’Agostino e Simone Franceschetti