Goodbye, Ex Dogana: chiude i battenti un luogo della memoria nella capitale

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Di Redazione Metropolitan

Manca sempre meno alla chiusura dell’Ex Dogana, situata nel quartiere di San Lorenzo nella grande capitale italiana.

Inaugurata come centro nel 2004, la struttura, che in precedenza costituiva un complesso ferroviario, è stata sede, finora, di iniziative musicali, artistiche, teatrali, nonché di esposizioni e mercatini organizzati da associazioni e gruppi di aggregazione giovanile. La scelta del Comune di Roma di chiudere lo stabilimento, per rinnovarlo, in futuro, nelle vesti di Student Hotel (sul modello della catena di hotel olandese approdata fino a Firenze) prospetta una svolta per quello che è l’intero quartiere romano, in cui si sta seriamente per perdere un pezzo significativo di storia del novecento. Ebbene sì: proprio dall’antica Dogana, durante la Seconda Guerra Mondiale, 18 vagoni merci, con a bordo 1022 cittadini ebrei romani deportati, partirono verso i campi di sterminio di Auschwitz. Poco più tardi, invece, gran parte della stazione veniva rasa al suolo dai bombardamenti, conservando pur sempre quel fascino postmoderno del contesto underground della periferia.

Risulta a maggior ragione inconcepibile l’idea che un vero e proprio “luogo della memoria”, qual è l’Ex Dogana, venga presto trasformato in quello che i più definiscono un non-luogo, alla stregua di centri commerciali e aeroporti, perdendo quella che è stata finora la connotazione simbolica e commemorativa del genocidio dei cittadini ebrei e della sofferenza di un’intera città devastata dagli invasori.

Indubbiamente, l’idea di edificare un hotel ad uso degli studenti, a poche centinaia di metri dall’Università La Sapienza, risulta accattivante, in termini di business e avanguardismo turistico. A quanto risulta, infatti, all’interno dell’hotel è prevista l’edificazione di palestre e centri ricreativi, utili a convegni, conferenze e iniziative per i giovani.

 Eppure, sorge spontaneo domandarsi: come potrà mai un hotel pluristellato, le cui tariffe, in città come Firenze, vanno dagli ottanta ai cento euro a notte e dagli ottocento ai mille al mese, richiamare un numero ingente di studenti disposti a pagare così tanto per uno short stay o una permanenza di svariati mesi nella struttura?

Potrà mai una tale svolta edilizia rimpiazzare il fascino proletario e frugale dell’Ex Dogana, da sempre centro aperto e senza obbligo di tesseramenti e tariffe fisse da dover pagare per usufruirne? Che ne sarà, inoltre, del planetario e dei seminari di astronomia che si tenevano presso San Lorenzo?

Non sarebbe stato meglio, forse, pensare ad una riqualificazione dell’area, senza però tramutarla, da centro di aggregazione per tutti, ragazzi italiani e immigrati, in un luogo di élite per i più abbienti?

Le valutazioni potranno essere fatte solo a posteriori. Possiamo andare fieri, però, del fatto che Metropolitan Magazine, in quanto rivista online e fucina di eventi culturali e iniziative di respiro nazionale,  abbia chiuso ufficialmente la serie di feste organizzate presso la sede in via di demolizione, con la giornata del 16 dicembre 2018 dal titolo Just Push Play, che ha visto esibirsi sul palco  diverse band musicali coinvolte in un contest, nonché cosplayer, fumettisti, giornalisti ed attori, in onore dell’anniversario del magazine. 

Nella speranza che anche altre realtà alla portata di tutti, come il centro sociale Leoncavallo di Milano, non si traducano, per sempre, nell’ennesimo luogo chic per accedere al quale occorrerà sborsare una retta ed esibire un pass, possiamo solo augurarci che a una demolizione dello stabilimento corrisponda, almeno, anche una riqualificazione dell’area circostante:

  • semafori più efficienti e duraturi, che permettano ai pedoni di attraversare la strada, da Porta Maggiore verso Via Dello Scalo, senza rischiare la vita;
  • maggiore vigilanza nelle ore notturne, in vista di scippi e aggressioni;-
  • meno immondizia sui marciapiedi;
  • più dignità ai residenti, costretti a vivere in mezzo ai veleni e ai piloni della tangenziale, con le finestre di casa vista mare… di guai.  

GIORGIA MARIA PAGLIARO