I Mammuth ed suoi Goalie

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Il portiere, in gergo hockeisitico Goalie, un ruolo difficile, troppo spesso sottovalutato, ma che ha una chiave fondamentale. Ne parliamo insieme a due dei tre estremi giallorossi.

La metà del gioco è mentale. L’altra metà è mentale.

Queste le parole di Jim McKenny, ex giocatore professionista di hockey, e chi meglio di qualcuno che ha calcato le piste poteva spiegare in una riga sola quanto possa essere duro il ruolo del goalie?

Nei Mammuth un ruolo che fin dall’inizio non ha mai avuto carenza è stato quello del portiere, appunto il goalie. Un ruolo importante, difficile, tanto fondamentale quanto “infame”. Roma ha sempre avuto la sua porta coperta e sicura. Nelle ultime stagioni però, come succede per i giocatori di movimento, ci sono stati dei cambiamenti anche tra i pali. La storica coppia Pieralli-Pecchioli, con l’avvento del giovane promettente formatosi nelle giovanili, divenne Pieralli-Meli. Adriano, questo il suo nome, esordì in serie A a Padova nel 2014 ed è cresciuto molto sia caratterialmente che tecnicamente, tanto da ritagliarsi sempre più spazio e fiducia dai coach.

Tre stagioni di alto livello giocate tra serie A2, A e B (ex A2), poi quest’anno purtroppo ha dovuto lasciare i colori giallorossi a causa del trasferimento in un’altra città per motivi di lavoro.

Novità tra i pali

Alla sua partenza però ha lasciato il testimone non a un portiere, bensì a due, che si sono uniti ufficialmente alla squadra. Loro non sono nuovi di casa Mammuth, anzi hanno bisogno di poche presentazioni. Uno è RICCARDO GIAMBRA che già dalla scorsa stagione, pur non giocando in campionato, si allenava in pianta stabile con il gruppo. L’altro è EMANUELE BADESSI, ormai figura storica, Mammuth già dal 2009/10 quando ci fu l’avvento della seconda squadra. Entrambi quest’anno sono stati chiamati a difendere insieme a Pieralli la porta della squadra e stanno facendo un gran lavoro fatto di impegno, sudore e dedizione. Abbiamo voluto fare qualche domande a Riccardo ed Emanuele per conoscere le loro opinioni su quella che è stata questa nuova esperienza.

Riccardo Giambra Foto ©Rita Földi Photography

Quest’anno sei stato uno dei portieri ufficiali dei Mammuth nel campionato di serie B. Come stai vivendo questa occasione?
RICCARDO: Essere integrato nella squadra della capitale per me è un grande onore. Questa occasione è nata dal trasferimento lavorativo di uno dei portieri più importanti del collettivo e ovviamente ne porta con sé il peso! Quindi direi che l’ho vissuta e la sto vivendo cercando di impegnarmi al meglio.

EMANUELE: Sicuramente essere uno dei portieri ufficiali è una bella responsabilitàma anche uno stimolo a fare sempre bene in allenamento per mettere in difficoltà a chi tocca la scelta delle convocazioni. Sto cercando di trovare il mio spazio e spero anche in futuro di togliermi delle soddisfazioni, ma solo la pista potrà dirlo.

Emanuele Badessi Foto ©Rita Földi Photography

C’è stata anche la coppa Italia nella quale hai esordito. Raccontaci in breve le tue sensazioni nei momenti i cui sei sceso in pista.
RICCARDO: È stato entusiasmante giocare in giallorosso. Le partite non sono state facili e con il tempo è sicuramente cresciuta l’affinità con il gruppo, quindi possiamo solo migliorare!

EMANUELE: Esordire in Coppa Italia contro una squadra come il Torre Pellice non è stato facile ma dopo i primi momenti di “panico” ho cercato di isolarmi e di rendere al meglio per dare una mano alla squadra. I miei compagni mi hanno aiutato e credo di aver disputato una buona partita, limitando le reti al passivo e facendo anche qualche buona parata. Mi hanno fatto molto piacere poi le parole di apprezzamento del coach a fine partita. Questa fiducia mi ha aiutato anche nel proseguo della stagione.

In squadra siete tre portieri, com’è il rapporto con gli altri?
RICCARDO: Il rapporto con gli altri portieri è competitivo, ci si diverte crescendo e faticando insieme.

EMANUELE: Oltre che colleghi siamo amici e anche se non mancano un po’ di discussioni (anche nelle migliori famiglie non è tutto rose e fiori), il clima fra noi tre è ottimo. Devo un grazie particolare a Lorenzo e Riccardo per i consigli che sono sempre pronti a darmi per cercare di migliorare (e di togliergli il posto 😉 )

Gli allenamenti, parlando sempre dei portieri, quest’anno sono stati più specifici e intensi. Come ti sei trovato e quali sono i tuoi obiettivi?
RICCARDO: Gli allenamenti ci hanno facendo crescere molto, abbiamo la possibilità di fare un lavoro specifico e poter sfruttare l’esperienza di Lorenzo Pieralli, che porta un contributo importante. Riuscire a guadagnare la fiducia della squadra è sicuramente uno dei miei obbiettivi principali.

EMANUELE: Come ho detto prima, i consigli soprattutto da parte di Lollo, si stanno rivelando utilissimi per migliorare in aspetti che per vari motivi non sono mai riuscito a curare a dovere. Gli allenamenti sono molto più duri di quelli a cui ero abituato fino ad oggi ma devo dire che i risultati si sono cominciati a vedere e questo non può che farmi piacere, sia a livello personale che per la possibilità di essere utile alla squadra in caso di necessità. Spero di mettere in difficoltà il futuro coach nelle scelte: quale migliore sfida?