Il censimento dei Rom: perchè non si può fare

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Di Redazione Metropolitan

Il censimento del popolo rom annunciato lunedì da Salvini è anti-stituzionale, prima di tutto. 

Il censimento dei Rom annunciato lunedì mattina dal ministro dell’Interno Matteo Salvini va contro i principi della Costituzione. E hanno opposto resistenza alla proposta anche dall’interno del governo: Giuseppe Conte e l’altro vice premier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Ma Salvini lunedì, nel tardo pomeriggio, ha fatto marcia indietro… Ripensandoci martedì mattina: assicurando di essere pronto nel procedere.

In realtà, cosa ha indignato di più riguardo ciò che ha dichiarato Salvini?

Salvini, parlando del tema a Telelombardia: “Al Ministero mi sto facendo preparare un dossier sulla questione rom in Italia, perché dopo Maroni non si è fatto più nulla, ed è il caos…Voglio fare una ricognizione per vedere chi, come, quanti…rifacendo quello che fu definito un censimento, facciamo un’anagrafe“.

Il ministro ha aggiunto che gli irregolari saranno espulsi ma “i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa”.

Più tardi il leader leghista ha precisato: “Non è nostra intenzione schedare o prendere le impronte digitali a nessuno, nostro obiettivo è una ricognizione della situazione dei campi rom. Intendiamo tutelare prima di tutto migliaia di bambini ai quali non è permesso frequentare la scuola regolarmente perché si preferisce introdurli alla delinquenza. Vogliamo anche controllare come vengono spesi i milioni di euro che arrivano dai fondi europei”.

Ma si può fare o no il censimento dei rom?

Il Tar del Lazio nel giugno 2009 aveva già ritenuto parzialmente illegittimo il decreto voluto da Maroni, specie in riferimento all’identificazione delle persone. Ma il Consiglio di Stato ritenne insussistente una “emergenza nomadi” in Italia, presupposto su cui si basava l’intervento di Maroni. Il Parlamento Europeo il 7 settembre 2009 ha di nuovo censurato le identificazioni (non solo in Italia), con particolare riguardo ai minori o ai cittadini già in possesso di un regolare documento d’identità. L’associazione “21 luglio” ha criticato duramente l’iniziativa di Salvini proprio citando il precedente di Maroni e ha citato l’articolo 3 della Costituzione in base al quale non può sussistere alcuna discriminazione su base etnica.

I rom in Italia

Sono tra i 120 e 180 mila i cittadini di origine rom e sinti in Italia, 26 mila dei quali vivono in emergenza abitativa in baraccopoli formali (insediamenti gestiti dalle amministrazioni locali) e informali (‘campi abusivi’) o nei centri di raccolta monoetnici. Sono i dati dell’ultimo Rapporto dell’Associazione 21 luglio, rapporto che viene presentato annualmente in Parlamento.

Le baraccopoli formali sono 148, distribuite in 87 comuni di 16 regioni da Nord a Sud, per un totale di circa 16.400 abitanti, mentre 9.600 è il numero di presenze stimato all’interno di insediamenti informali. Dei rom e sinti residenti nelle baraccopoli formali si stima che il 43% abbia la cittadinanza italiana mentre sono 9.600 i rom originari dell’ex Jugoslavia di cui circa il 30% , pari a 3 mila, sono di fatto apolidi.

Martina Onorati