Lazio, finalmente torni a vincere

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Di Redazione Metropolitan

Dopo oltre un mese e sette partite senza vittoria tra campionato ed Europa League, sono finalmente arrivati i tre punti per la Lazio di Simone Inzaghi proprio a ridosso delle feste natalizie.

Una vittoria attesa, fortemente voluta e che vale il triplo, perché permette alla Lazio di vincere e ritrovare entusiasmo, riprendersi il quarto posto scavalcando nuovamente il Milan, allungare a più quattro sulla Roma riducendo le distanze con l’Inter in classifica e soprattutto di ritrovare i giocatori più attesi da inizio campionato, quei Luis Alberto e Milinkovic Savic veri trascinatori della corsa folle della scorsa stagione, interrotta sul più bello.

Luis Alberto e Milinkovic (PHOTO CREDITS: goal.com)

Una vittoria che, al di là del risultato e dei tre punti, è stata bella, meritata e figlia di un gioco bello e quasi perfetto della squadra di Inzaghi, che ha dato subito l’idea di dominare la gara e portare a casa l’intera posta in palio.

Onore al merito di un Cagliari che ha dovuto affrontare la gara senza molti suoi punti fermi (su tutti, il bomber Pavoletti) ma stavolta il gap tecnico tra le due squadre è stato evidente e ha fatto la differenza, come ha riconosciuto nell’intervista post partita anche il tecnico dei sardi Maran.

Di sicuro nel lunch match della diciassettesima giornata di Serie A si è vista finalmente la bella Lazio dello scorso campionato, di sicuro la più bella Lazio di questa stagione, più bella ancora, forse, di quella squadra che a settembre dilagava contro il Genoa per 4 a 1, sempre allo Stadio Olimpico.

Non è un caso che anche in quella partita avesse segnato Sergej Milinkovic Savic e non è un azzardo se si scrive che la rinascita della Lazio e la sua ripresa nella corsa al quarto posto dipenda soprattutto dal recupero del serbo e di Luis Alberto. Le lacrime liberatorie del centrocampista dopo il gol del vantaggio descrivono meglio di mille parole tutta la gioia e la liberazione di un ragazzo di 23 anni da settimane di contestazioni e polemiche fin troppo eccessive, culminate con due striscioni vergognosi e violenti nei loro epiteti infamanti.

A tal proposito gioverebbe ricordare agli autori di questi striscioni che certi insulti, oltre a non essere un’esortazione a far bene, fanno male più di un pugno nello stomaco e rischiano di rovinare rapporti e lasciare strascichi in giocatori che, prima ancora che professionisti, sono esseri umani con una loro sensibilità. Usare il razzismo per “spronare” un giocatore non è una contestazione, è solo un atto becero che getta discredito e fango su tutta una tifoseria senza portare a nulla se non esporre la Lazio agli attacchi dei suoi fin troppi avversari!

Chiusa questa parentesi, dicevamo che sui due talenti della rosa può ripartire la rinascita biancoceleste e la partita di sabato fa ben sperare in questo senso: Milinkovic, oltre a fregiarsi del gol che ha aperto le danze, è tornato ad essere devastante, imprendibile per i suoi avversari e sempre partecipe del bel gioco di tutta la squadra.

Luis Alberto in azione (PHOTO CREDITS: ilmessaggero.it)

Perfetta la prova di Luis Alberto che contro i sardi è tornato a regalare magie con i piedi: lanci millimetrici, corsa a pieni polmoni e geometrie incantevoli hanno deliziato i tifosi biancocelesti che sono finalmente tornati ad applaudire lo spagnolo, insieme a tutta la squadra. Solo una noia muscolare ha potuto fermare lo spagnolo, costretto a chiedere il cambio a Inzaghi e a lasciare il posto a Lukaku.

Inzaghi nell’intervista del dopo partita ha parlato di semplici crampi ma tifosi restano con il fiato sospeso, sperando che Luis Alberto possa essere a disposizione già nel boxing day di mercoledì contro il Bologna dell’altro Inzaghi, il fratello Pippo.

Promosso a pieni voti il nuovo modulo sperimentato dall’allenatore piacentino, quel 3-4-2-1 che ha permesso a Luis Alberto di prendersi la maglia da titolare insieme a Correa e di aumentare la qualità in mezzo al campo della Lazio, alzando anche il baricentro offensivo di tutta la squadra e la sua imprevedibilità.

Lucas Leiva (PHOTO CREDITS: cittaceleste.it)

La ciliegina sulla torta di una giornata perfetta è stata l’entrata a gara in corso di Lucas Leiva e il suo ritorno in campo dopo l’infortunio: inutile ricordare quanto la qualità del brasiliano sia mancata alla squadra, priva in queste ultime settimane del suo vero direttore d’orchestra. E’ anche dal brasiliano che deve ripartire la Lazio per ambire al treno Champions, da troppo tempo agognato.

Ora la squadra non deve fermarsi e non sono più permesse distrazioni o discontinuità: già troppe occasioni di riscatto sono state offerte dalle dirette concorrenti (prima su tutte, un Milan sciupone e in crisi), ora che il quarto posto è stato raggiunto deve essere difeso a suon di vittorie e belle prestazioni.

Gian Battista Mannone