‘Noi’ di Jordan Peele – TURBORECENSIONE SUPERVELOCE

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Di Redazione Metropolitan

Le TURBORECENSIONI SUPERVELOCI funzionano in tre stadi di sintesi.

MACH 3 è la sintesi massima, con voto.


MACH 2 entra leggermente più nel dettaglio, restando in poche righe.


MACH 1 invece diventa analisi più approfondita, cercando comunque di restare snella, ma esaustiva.

Scegliete la velocità che più vi è congeniale.

Noi – Photo Credit: web

Noi (in originale ‘Us’) è un film thriller/horror del 2019. Scritto e diretto da Jordan Peele, con fotografia di Mike Gioulakis, montaggio di
Nicholas Monsour, musiche di Michael Abels. Nel cast, tra gli altri, Lupita N’yongo, Winston Duke ed Elisabeth Moss.

MACH 3 – TURBO

Il film è bellissimo e il suo unico difetto è avere dei picchi. Tanto più in alto riesci a toccare, tanto ogni step indietro pesa di più, anche se passi da ‘incredibile’ a solo ‘ottimo’.

Consigliatissimo.

27/30

Noi – Photo Credit: web

MACH 2 – SUPERVELOCE

Se siete amanti dei film horror eleganti e che non abusano di ‘salti sulla sedia’ (tipo forti rumori improvvisi) come trucchetto per tenere alta l’attenzione, correte a vederlo. Il film è intelligente, ben scritto, sottolineato da una colonna sonora solida con punte di rara bellezza, fortemente metaforico, iconico e stupendamente interpretato da un cast poliedrico e versatile.

Dal punto di vista ‘filmico’ (inquadrature, movimenti di macchina, fotografia e montaggio) fa delle cose che vanno dallo splendido al ‘credo di essere in paradiso’.
Un’esperienza da non perdere.

Noi – Photo Credit: web

MACH 1 – RECENSIONE

Visivamente il film è fantasmagorico. Tutto il respiro interno delle situazioni è preciso e chirurgico. È un film che non ha paura di prendersi i suoi tempi, ma senza sfociare in rallentamenti esagerati che potrebbero distrarre dalla storia. La composizione delle immagini, gli stacchi di montaggio e i movimenti di macchina si sviluppano perfettamente in tandem con le interpretazioni, i colori e le luci.

In particolare, tutta la prima sequenza lascia basiti per cura e idee, riuscendo ad immergerci nel momento, immedesimarci nella protagonista ed iniettare di incubo ogni dettaglio di una situazione quotidiana, mostrando l’orrore segreto che è in tutte le cose, anche quelle che normalmente non considereremmo stereotipi da film horror.

Mai, nella mia esperienza, una spiaggia di notte è stata così inquietante e sublime, nel senso Kantiano del termine.

Noi – Photo Credit: web

L’orrore si mostra in molteplici forme, dal surreale alla violenza cruda e gioca sempre d’anticipo, regalando spesso e volentieri momenti di splendida eleganza. Con discreta frequenza è possibile trovare attimi di tensione che invece di esplodere si spengono nel sottinteso, negando una risoluzione e amplificando la suggestione.

Molto spesso la telecamera inganna lo sguardo suggerendogli una risoluzione orrorifica classica (seppur efficace e di buon gusto) con l’uso (ad esempio) degli spazi vuoti o dello spostamento degli attori in scena, ma altrettanto spesso tale risoluzione viene disattesa o ribaltata e in questo modo l’attenzione e lo sguardo dello spettatore restano stimolati.

Gli attori mettono in scena un trasformismo, un’intensità, una creatività corporea e una capacità di parlare con i movimenti, siano essi grossolani o minuscoli, che vale e racconta di più di mille dialoghi.

La storia è bella, al contempo molto metaforica e perfettamente funzionante come ‘semplice’ racconto dell’orrore.
È una narrativa piena di rime concettuali e di idee che tornano, ritornano e si moltiplicano straripando in vari rami creativi. È uno di quei racconti che, una volta conclusi ti spingono a ripensare e ricontestualizzare tutto, facendo rivivere l’intero canovaccio nella tua mente per i giorni a venire.

Nessun evento, idea o situazione è lì per caso o per fare da riempitivo, tutto svolge una o più funzioni e coinvolge senza sosta.

Noi – Photo Credit: web

Se bisogna trovare dei problemi, il ritmo del racconto ha una sorta di effetto fisarmonica. Si sale si sale, si esplode e poi si riscende per risalire di nuovo. Il tutto è eseguito benissimo, ma può creare una confusione emotiva nello spettatore, non necessariamente superefficace. Non è un difetto, quanto più un elemento non sfruttato al suo massimo che forse preclude la pellicola dall’essere un capolavoro e lo lascia “solo” nel reame dei grandi film.

L’unico vero difetto è la presenza di uno spiegone (concetto già problematico a priori) che forse infila troppi dati troppo rapidamente e tenta di dare una spiegazione ‘logica’ a qualcosa che non ne aveva la necessità, risultando in un qualcosa di più confuso che rivelatore.

Per il resto che dire, se non l’avete visto, trovate il modo.

Noi è un film davvero eccezionale.

Noi – Photo Credit: web

ALESSANDRO ROMITA

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