Paolo Arata, ex FI e Lega, arrestato per corruzione

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Di Redazione Metropolitan

Legami con l’imprenditore dell’eolico Nicastri. Spunta anche il nome di Siri.

Paolo Arata, ex parlamentare di Forza Italia ed ex consigliere della Lega per l’energia, è stato arrestato insieme al figlio Francesco. Le accuse sono di corruzione, riciclaggio e intestazione fittizia di beni.

I pm ritengono che gli Arata siano soci occulti dell’imprenditore dell’eolico Vito Canastri, che i magistrati considerano tra i maggiori finanziatori della latitanza del boss mafioso Matteo Messina Denaro.

Paolo Arata era indagato da mesi

La Direzione Distrettuale Antimafia, guidata da Francesco Lo Voi, ha richiesto l’arresto dei due dopo una lunga indagine. Gli Arata, infatti, sono stati indagati per mesi per un giro di mazzette alla Regione Siciliana.

Il gip di Palermo, Guglielmo Nicastro, ha disposto il fermo anche per Vito Nicastri, con le stesse accuse mosse verso gli Arata. L’imprenditore si trovava in carcere già da Aprile, per aver realizzato affari illegali dai domiciliari: l’arresto, dunque, gli è stato notificato direttamente in carcere. Arrestato anche il figlio Manlio.

Il giro di tangenti ha permesso a Nicastri e agli Arata di ottenere importanti autorizzazioni per i loro affari nell’eolico e nel bio-metano. Secondo le prime stime, giravano mazzette dagli 11mila ai 115mila euro.

Accusato di corruzione anche l’ex funzionario regionale Alberto Tinnirello, assessore per l’Energia: per lui, soltanto i domiciliari.

Spunta il nome di Siri

Armando Siri
Nell’indagine sugli Arata, spunta il nome di Siri – Photo Credit: palermo.repubblica.it

Le indagini sugli Arata, nei mesi scorsi, hanno svelato una traccia che portava direttamente a Roma. Alcune intercettazioni, infatti, rivelano il pagamento di una mazzetta, da parte di Paolo Arata, all’ex sottosegretario leghista alle Infrastrutture Armando Siri.

Secondo l’inchiesta, in cambio di denaro, Siri avrebbe presentato un emendamento al DEF per gli incentivi legati al mini-eolico, settore in cui Paolo Arata aveva investito ingenti somme. L’emendamento non è stato mai approvato.