Peligro: “Il rap ti permette di parlare di tutto senza paura”

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Di Redazione Metropolitan

Peligro è l’amore indissolubile per il rap, ma la sua cantante preferita è Sia: “Scrive canzoni come nessun altro”.

Negli scorsi giorni abbiamo avuto il piacere di intervistare il rapper milanese Peligro, al quale abbiamo chiesto di raccontarci un po’ di lui e della sua splendida musica.

MMI: Chi è Peligro e come nasce il nome d’arte?

P: Il nome d’arte Peligro mi è stato dato da Hernan Brando, il mio primo produttore e fraterno amico. Lui è argentino, di Buenos Aires. Una mattina mi ha telefonato e mi ha detto “L’ho sognato… tu ti chiamerai Peligro!”. Sul momento ci abbiamo riso sopra, ma poi ci abbiamo preso gusto e abbiamo deciso di adottare questo nome.

MMI: Quando hai cominciato a fare musica?

P: Il mio primo incontro con la musica “scritta” è avvenuto quando avevo 14 anni – con risultati discutibili. Poi, come tutti, tentativo dopo tentativo, ho iniziato a scrivere delle cose che assomigliavano sempre più a delle canzoni, per poi pubblicare i primi lavori nel 2013.

MMI: Quando ha inizio la tua passione per il rap e perchè?

P: Il perché non so dirlo… immagino che sia stata la canzone giusta al momento giusto a farmi innamorare di questo genere. Era il 2005-2006 e le radio e le TV musicali iniziavano a passare con insistenza le hit di Fabri Fibra e Mondo Marcio. È stato amore a prima vista.

Peligro. Credit: Veronica Argentiero

MMI: Cosa dovrebbe trasmettere il rap?

P: Come tutti i generi musicali – forse anche più di tutti – il rap permette di esprimere e trasmettere qualunque cosa. È un genere duttile, si può parlare di storie di vita vissuta, di emozioni, di qualunque cosa. Mi piace non avere limiti quando mi esprimo, forse per questo il mio primo amore musicale è stato proprio il rap.

MMI: Le tue canzoni toccano temi importanti inerenti alla vita umana, cosa ti spinge a parlarne?

P: Tutte le mie canzoni partono da pulsioni che sento: se parlo di temi che riguardano la vita nella sua accezione più ampia è perché nel mio vissuto sono capitate cose che mi hanno fatto sentire così. Non saprei come scriverne, se non fosse così.

MMI: Hai riportato il rap italiano alle sue origini, il rap e l’hip-hop sono solo questo e quali artisti, se ci sono, hanno influenzato il tuo percorso artistico?

P: Mi piace farmi influenzare da tutti i generi musicali e, pur rimanendo ancorato alle mie origini, ricercare spunti ovunque, per cercare costantemente l’evoluzione. Un’artista che mi ha sempre colpito molto e da cui cerco di imparare il più possibile è Sia, che secondo me scrive canzoni come nessuno.

MMI: C’è un album o un artista che consiglieresti di ascoltare ai nostri lettori?

P: C’è un ragazzo molto bravo di Milano… si chiama Peligro! Scherzi a parte, consiglio a tutti di ascoltare “The Heist” di Macklemore e Ryan Lewis. È tutt’oggi un album spartiacque nella storia del rap, a parer mio.

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