Politica: le pagelle di Marzo

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Di Redazione Metropolitan

Le pagelle ai politici dopo meno di un mese di legislatura. Per fare chiarezza su quanto succede, perché anche noi fatichiamo a stare dietro a tutto ciò. Salvini e Di Maio fondamentali, ma il leader leghista ha una marcia in più. Renzi in silenzio sull’Aventino. Berlusconi col fiato sul collo dell’alleato.

Silvio Berlusconi. Inizia il mese convinto di essere il capitano del centrodestra, ma il 4 marzo gli tolgono la fascia per darla a Salvini. Finge sportività, ma lo conosciamo e, sotto sotto, rosica tanto. Prova a lanciare Romani al Senato, ma il niet di Di Maio lo fa accontentare della Alberti Castellati. Da qualche tempo la stampa sembra tirargli i piedi, ma lui dice di essere abbonato ai centoventi anni. Chiede la riabilitazione politica, aspetta l’uscita della biopic “Loro” di Paolo Sorrentino e continua la sua carriera di meme vivente. Insomma, tutti lo danno per spacciato ma l’ex Cavaliere è furbo e piazza il colpo: fa iscrivere i neo senatori di Noi con l’Italia – UDC al gruppo parlamentare di Forza Italia, superando di poco i numeri di quelli leghisti. Così, per dare fastidio. Voto: 6+ 

Roberto Fico. Il neopresidente della Camera ripropone la trama grillina dell’uomo comune, venendo a lavoro in autobus, foto e scorta comprese. Durante il discorso di insediamento ha riproposto la lotta ai vitalizi (che, tra l’altro, già non esistono più) e ai costi della politica. La battaglia contro gli sprechi pare sia iniziata con la proposta di abolire il garage di Montecitorio. L’obiettivo è vedere bus pieni di parlamentari, mettendo alla prova la precaria situazione di ATAC. Virginia Raggi ringrazia. Voto 6.5

Matteo Renzi. E’ arrivato alle elezioni a corto di benzina, ha preso una scoppola immane e subito dopo aveva la fila di quelli che volevano fargli il funerale. Lui invece arriva in sala stampa, fa tanta autocritica, dà la colpa al referendum e porta il Partito Democratico sull’Aventino. Le analisi della sconfitta le ha lasciate ai soliti Orfini e Cuperlo. Dice di voler fare il semplice senatore e che parlerà fra due anni, ma in realtà ha ancora le chiavi del Nazareno. La sua tattica è mandare il Movimento 5 Stelle nell’abbraccio mortale del centrodestra, ma l’opposizione senza se e senza ma potrebbe essere un danno. Già si è visto alle nomine degli uffici di presidenza delle Camere, dove qualche carta si poteva giocare. Voto 4

Nicola Zingaretti. Fuori dalla porta di Renzi c’era anche lui. Non appena rieletto Governatore del Lazio, si è dichiarato disponibile a correre per la segreteria del PD. Fuori luogo. Voto 5.5

Matteo Richetti. Ormai è ovunque: in televisione, alla radio, sui social. La Gruber gli ha chiesto se ha intenzione di partecipare alle primarie, lui ha detto che non sa. In realtà è un sì, scommettiamo? Voto: 6

Matteo Salvini. Con il 17% tiene i fili di inizio legislatura. Vuole salire sul trono del centrodestra ed è il candidato più quotato dopo aver sconfitto Berlusconi. L’accordo con il Movimento 5 Stelle porta le elezioni dei presidenti delle Camere e sembra che il feeling con Di Maio possa nascere anche per il futuro governo. Fondamentale. Voto 8 

photo credits: La Stampa

Luigi Di Maio. Avrebbe preferito parlare con il PD piuttosto che con la Lega. Intanto, durante questo mese, ha iniziato a fare i conti con la realtà. Infatti dall’agenda è stato depennato il reddito di cittadinanza, sostituito da un abbassamento delle tasse. In compenso ha rilanciato il vecchio cavallo di battaglia dei Cinquestelle: i tagli al costo della politica e la lotta alla casta. Abile la mossa di far votare Fico alla Camera: ha accontentato una parte del Movimento, ha strizzato un occhio al PD (perfino Vincenzo De Luca ha stima del neo presidente) e ha tenuto occupato un probabile contendente alla leadership del M5S. Voto 7.5

Carlo Calenda. In un solo mese è passato dall’essere un tecnico a diventare militante di rilievo del Partito Democratico. Partecipa alle assemblee nei circoli, propone le sue idee, twitta e risponde a tutti. La costante ricerca di un messia a sinistra ha fatto sì che in molti mettessero gli occhi su di lui per l’unificazione, il riformismo, il ritorno ai diritti (?), eccetera. Lui pare non sia interessato. Voto 6+

Pietro Grasso, voi ve lo ricordate? S.V.

Il neoparlamentare 5Stelle che prende appunti. Passare da perfetti sconosciuti a parlamentari è una bella botta di fortuna. Capire le responsabilità che ne derivano è intelligenza. Mettersi a studiare per svolgere al meglio il compito assegnato è lodevole. Buono studio. Voto 9

photo credits: ANSA/Alessandro Di Meo