Port Royal, la città perduta dei pirati

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Di Andrea Mari

La città perduta di Port Royal ed il suo destino beffardo: il fiorente porto dei pirati, controllato dagli inglesi, venne spazzato via da un susseguirsi di cataclismi. Oggi, la città vive inabissata nel mare.

Arrivare al picco massimo della propria influenza per sparire, incredibilmente, in una sola giornata. La storia di Port Royal è certamente degna di qualsiasi romanzo drammatico. La città è stata il principale centro di commercio della Giamaica del XVII secolo: in quel periodo acquisì la poco rassicurante nomea di “città più ricca e malfamata del mondo”.

Famosa per l’ostentazione stucchevole della ricchezza e per i costumi dissoluti, Port Royal era un centro abitato dove pirati e corsari risultavano ben accetti: i fuorilegge, infatti, spendevano o investivano nella città-porto i loro patrimoni. Durante il corso del XVII secolo, gli inglesi incoraggiarono i bucanieri (a volte pagandoli) ad attaccare i mercantili o le spedizioni navali di spagnoli e francesi.

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Un tipico abbordaggio piratesco (Credit: Nautica Report)

La sua sfera d’influenza, si spezzò il 7 giugno 1692: un violentissimo terremoto distrusse Port Royal determinando l’inabissamento di due terzi della città nel Mar dei Caraibi. Oggi, le rovine del centro perduto sono sommerse da 8 metri di acqua. Viene considerato il più importante sito archeologico sottomarino nell’emisfero occidentale, possedendo tesori provenienti dalle razzie spagnole nel Guatemala.

I molteplici relitti navali rinvenuti nel mare, certificano il grande traffico commerciale diviso da pirati e mercanti. Dopo la sua scomparsa fu Kingston ad assumere l’eredità di Port Royal.

Port Royal – La colonizzazione

Era situata su una formazione di sabbia che creava una lingua di terra ideale per gli attracchi. Il tombolo scelto, infatti, possedeva una posizione strategica che non passò inosservata. Proteggeva, oltretutto, la baia di Kingston fungendo da vera e propria barriera. Fondata dagli spagnoli, Port Royal divenne possedimento della corona britannica nel 1655. Quattro anni dopo, il forte era circondato da negozi, magazzini e duecento abitazioni. Una crescita imponente.

L’ex avamposto iberico, sotto il dominio inglese, acquisì un’importanza strategica e militare senza paragoni: divenne la capitale della Giamaica fino alla sua distruzione calamitando tutti i commerci dell’Atlantico. Dopo la sua dipartita, Spanish Town divenne capitale finché la sede del governo non si spostò a Kingston nel 1872.

La ricostruzione di Port Royal sotto l’egemonia inglese (Credit: Research Gate)

Port Royal – La città dei pirati

Perché Port Royal fu scelta dai pirati come attracco principale? Le diverse caratteristiche del porto in giocarono un ruolo importantissimo: la città era situata lungo le rotte di navigazione da e verso la Spagna e Panama. Questa vicinanza forniva ai pirati un facile accesso alle loro prede. La vastità della baia rappresentava un attracco irrinunciabile per la manutenzione dei velieri ed un porto sicuro in caso di tempeste o mal tempo.

Non a caso, da Port Royal, Henry Morgan attaccò Panama, Portobelo e Maracaibo mentre Roc Brasiliano, John Davis e Edward Mansveldt utilizzarono l’insediamento per le loro azioni di pirateria. Un contatto con i bucanieri incentivato dagli inglesi: i britannici, infatti, non possedevano truppe sufficienti per difendere Port Royal dagli spagnoli e dai francesi quindi, sotto pagamento, venivano arruolate orde di pirati.

Dal canto loro, i mercenari della marina inglese avevano diritto ad una percentuale abbastanza consistente sulle razzie ed erano i benvenuti a Port Royal. Nel tempo, i pirati contribuirono alla sua espansione riversando i loro patrimoni nella cittadina. Il filo diretto con la pirateria e l’ostentazione della ricchezza e dei vizi, portò Port Royal ad esser etichettata come “Sodoma del Nuovo Mondo”. Ecco cosa scrive Charles Leslie a proposito della città:

“Il vino e le donne prosciugano i loro averi ad un tale livello che alcuni tra loro sono costretti ad elemosinare. Sono diventati famosi per spendere due o tremila pezzi da otto in una sola notte; ed uno ne diede 500 ad una sgualdrina per vederla nuda. Era abitudine comprare una botte di vino, spostarla sulla strada ed obbligare chiunque passasse a bere.”

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Port Royal in una raffigurazione (Credit: Wikipedia)

Port Royal – Crescita pazzesca

Crebbe così tanto da diventare, in breve tempo, una delle città più grandi e porto economicamente più fiorente dell’impero coloniale inglese. All’apice del suo successo, in città era presente un’osteria ogni dieci abitanti. Nel luglio del 1661, furono rilasciate quaranta licenze per aprire una taverna. Durante il ventennio che terminò nel 1692, vissero in città circa 6500 persone.

Furono censiti quattro orafi, quarantaquattro tavernieri ed una moltitudine sproporzionata di mercanti ed artigiani di ogni tipo. La città esplodeva grazie al commercio legale e truffaldino. Il porto poteva accogliere la bellezza di duecentotredici navi nel 1688. A Port Royal si poteva commerciare liberamente con moneta oppure ricorrendo al vecchio metodo del baratto.

Port Royal – Caccia ai pirati

Tutte le relazioni, si sa, tendono ad incrinarsi per poi terminare. Successe la stessa cosa al ferreo legame che teneva insieme inglesi e pirati. In seguito alla nomina a governatore di Henry Morgan (passato da razziatore), Port Royal incominciò a mutare comportamento: i bucanieri non erano più indispensabili nella difesa del forte, il commercio di schiavi assunse importanza maggiore mentre i cittadini altolocati incominciarono a disprezzare la reputazione che aveva acquisito la città.

Il cambio di rotta portò all’approvazione della legge anti-pirateria del 1687. Da tana e porto franco, Port Royal divenne luogo in cui la pirateria venne perseguita: furono impiccati Charles Vane e Calico Jack. Due anni dopo, quarantuno pirati furono uccisi in un solo mese. La vecchia città “pirate friendly” divenne luogo di morte per i bucanieri.

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Henry Morgan: ex pirata che divenne Governatore della Giamaica (Credit: World History)

Port Royal – Terremoto e distruzione

Il 7 giugno 1692 un violentissimo terremoto distrusse Port Royal. I rilevamenti acquisiti da un orologio ritrovato nei ruderi inabissati della città, ci hanno svelato l’ora esatta in cui è iniziato l’inferno: le lancette dell’apparecchio, infatti, si sono fermate alle 11:43. La città fu rasa al suolo da tre cataclismi che si susseguirono in quel giorno infausto.

Port Royal fu edificata tra la zolle tettoniche americane e caraibiche e lo scontro tra esse generò un’onda d’urto che provocò il sisma assassino. La seconda causa è da ricercare nel terreno sabbioso: il terremoto generò la liquefazione della sabbia, ovvero il processo che trasforma il terreno da solido a liquido dopo un aumento della pressione interstiziale. Gli edifici, quindi, vennero inghiottiti dalle sabbie mobili che si generarono finendo successivamente in mare.

Terremoto e liquefazione della sabbia non vi bastano? La città fu assediata da un vero e proprio tsunami che generò tre mareggiate che terminarono il macabro lavoro. Morirono tra le mille e le tremila persone, più della metà della popolazione. Si stima che le malattie che si diffusero in modo incontrollato nei mesi seguenti, portarono alla morte altre duemila persone.

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L’inzio del terremoto a Port Royal (Credit: web)

Port Royal – Reazioni in Europa

La notizia della distruzione di Port Royal fece il giro del mondo: in Europa si scrisse che fu Dio a disintegrare la città per il suo stile di vita peccaminoso e lussurioso. Una “punizione Divina” che si confermò in seguito: si tentò di ricostruire il centro ma altre sciagure (incendi ed uragani) bloccarono definitivamente i lavori assegnando a Kingston il ruolo di capitale e centro commerciale di maggior influenza nei Caraibi.

Un piccolo lieto fine, però, vogliamo raccontarlo: dopo innumerevoli prove, gli inglesi riuscirono a costruire una nuova Port Royal poco distante dalla vecchia città. Il centro divenne in breve tempo il principale avamposto della marina militare d’Inghilterra nel Mar dei Caraibi. Meglio di niente, alla fine.

Un giornale dell’epoca parla della tragica fine di Port Royal (Credit: web)

Port Royal – Storia recente

Nel 1907 un altro terremoto fece sprofondare una nuova porzione di tombolo. Attualmente, Port Royal è un’ombra dell’antica grandezza, con una popolazione di meno di duemila abitanti e poca o nulla influenza commerciale o politica. Il Governo giamaicano, recentemente, ha disposto il recupero dell’area che, comunque, attrae il turismo. La città inabissata si è conservata molto bene nei fondali caraibici.

Non ci credete? Vi lasciamo, allora, con un video di National Geographic che immortala la città perduta che fu dei pirati. Grazie per l’attenzione…

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