Porto Torres: gli ultimi ritrovamenti archeologici

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Di Redazione Metropolitan

Il 5 agosto di questo anno, durante degli scavi atti a modernizzare l’assetto urbanistico della cittadina di Porto Torres, sono tornati in superficie alcuni resti di quella che era stata l’unica colonia romana della Sardegna.

La Colonia Iulia Turris Libisonis, fatta costruire da Giulio Cesare Ottaviano, durante il suo soggiorno in Sardegna, nel 46 a.C., si trova ancora, in parte, nel sottosuolo dell’attuale Porto Torres, in Provincia di Sassari.

Le ruspe di Medea, la società del Gruppo Italgas che sta costruendo le reti di distribuzione del gas, durante un loro intervento tra via Carducci e via Colonia romana, hanno riportato alla luce il basamento di una colonna in calcare. Inoltre, è stata ritrovata una struttura muraria di cui ancora non si conosce l’origine certa.

Foto dal web
Foto dal web

Grazie agli scavi, gli archeologi della Sovrintendenza hanno potuto esaminare diverse sepolture monumentali, una sepoltura in laterizi a capuccina, plinti a base quadrata, un ambiente in opus latericium e un mattone con bollo di fabbrica. Quest’ultimo si trova ora nel Centro di restauro di Li Punti, a Sassari. Il tesoro culturale, di importanza storica e narrativa, è stato illustrato durante la conferenza stampa del 5 agosto, al quale hanno partecipato il sindaco Sean Wheeler, con il suo vice Marcello Zirulia.

Mattone con bollo di fabbrica
Mattone con bollo di fabbrica – foto dal web

C’erano anche l’assessore ai Lavori Pubblici Alessandro Derudas e il soprintendente per i Beni archeologici delle province di Sassari e Nuoro, Bruno Billeci. Inoltre, c’erano la funzionaria responsabile di zona, Gabriella Gasperetti, l’assistente tecnico-scientifico della sede operativa di Porto Torres, Franco Satta e l’archeologa Daniela Deriu.

“I resti di interesse archeologico sono di particolare rilievo. Sono stati individuati elementi architettonici e strutture di ottima fattura, purtroppo già in parte danneggiate e obliterate da precedenti lavori per sottoservizi e piani interrati” (Gabriella Gasperetti).

“Nonostante le limitate dimensioni della trincea di scavo, sono state documentate le strutture, recuperati i reperti mobili e consolidati gli intonaci di rivestimento”. (ANSA).