Prince of Persia remake: ne abbiamo veramente bisogno?

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Di Redazione Metropolitan

Sono ormai alcuni giorni che riecheggiano nell’aria le parole Prince of Persia remake e questo ha portato un po’ di scompiglio ed eccitazione nel mondo dei videogames.

Tutto è nato da un tweet pubblicato dal creatore Jordan Mechner, nel quale, per rispondere ad una modella e fan della serie, affermava di star facendo del suo meglio per riportare in vita il Principe.

Subito si è sparsa la voce, ma la Ubisoft, casa produttrice della saga, non ha mancato di rispondere prontamente, sottolineando che il franchise di Prince of Persia  per il momento è ancora in pausa.

Non ci sarà quindi nessun remake nel prossimo futuro, e a questo punto la domanda sorge spontanea: ne abbiamo veramente bisogno?

Non che ci sia niente di male a rispolverare vecchi successi, finiti nel dimenticatoio per troppo tempo, e reinterpretarli in chiave più moderna, magari sfruttando le nuove potenzialità che le console di ultima generazione ci concedono.

Tuttavia la storia dei reboot non è proprio a favore della serie di Prince of Persia: con un primo tentativo a dir poco imbarazzante ed un secondo passato abbastanza inosservato, ogni volta che si è tentato di rimettere le mani sulla saga delle Sabbie del Tempo, il risultato è stato sempre abbastanza deludente.

(foto dal web)

D’altra parte non è impresa facile rinnovare uno dei giochi più iconici della vecchia generazione. Quando nel 2003 uscì Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo fu subito un successo, tanto che presto si trasformò in una trilogia.

All’epoca risultò un action-game innovativo, con libertà di movimento incredibile, uno stile di combattimento dinamico e poteri in grado di rendere l’esperienza di gioco sempre diversa e sorprendente. Senza Prince of Persia probabilmente non avremmo mai visto Assassin’s Creed e tutto ciò che è venuto dopo.

Una storia affascinante, rompicapi e trappole a sbarrarti il cammino, e il tutto racchiuso in una mistica e incantata atmosfera da Le Mille e Una Notte, rendono Prince of Persia uno di quei giochi che è difficile eguagliare, soprattutto perché dopo quindici anni (oddio, sono già passati quindici anni?), per i fan è forte la componente nostalgica.

C’è da dire però che, con i nuovi motori grafici, le magiche dune del deserto, i giardini di Babilonia, i magnifici palazzi arabeggianti che hanno fatto da sfondo ai primi giochi, tornerebbero alla vita in uno spettacolo mozzafiato.

Perciò se mai un giorno il remake si farà, ben venga, ma dovrà essere curato nei minimi dettagli. In caso contrario, è meglio lasciare il Principe al suo meritato riposo.

Trappole, rompicapi, poteri e combattimenti non potranno essere lasciati al caso, ma dovranno rispecchiare il livello di difficoltà che rappresentavano un tempo. In particolar modo la trama dovrà essere solida ed intrigante, dovrà creare un incantesimo che ci guidi tra le Sabbie del Tempo, perché senza quella, nessun remake sarà mai all’altezza. I primi due tentativi l’hanno ampiamente dimostrato.

(foto dal web)

Semmai dovesse realmente arrivare il giorno in cui questo remake si farà, l’impresa non sarà impossibile: alla fine sono già stati prodotti reboot di saghe famose, come per esempio Tomb Raider, che hanno saputo riportare in qualche modo personaggi sacri nel mondo moderno, senza però snaturarli troppo.

Tuttavia si lavorerà su un terreno molto fragile, nel quale ogni dettaglio sarà fondamentale, e anche una piccola sciocchezza potrebbe far finire il nuovo prodotto insieme ai precedenti fallimenti.

La verità è che in fondo tutti vorremmo tornare a vestire i panni del misterioso Principe senza nome, in grado di imbrigliare il vortice del tempo con le sue Sabbie, ma la Ubisoft è stata abbastanza chiara: per ora Prince of Persia rimane congelato nel suo riposo.

Magari un giorno il suo creatore Jordan Mechner riuscirà finalmente a risvegliarlo, regalandoci una nuova avventura tra i deserti della Persia, ma quando questo accadrà, non potrà far altro che creare un’opera incredibile, monumentale, altrimenti nulla di tutto questo avrà senso.

 

 

Antea Ruggero