Referendum che sembra essere stato un “flop” dei votanti nella Capitale.
Referendum Atac che porta ad un nulla di fatto: i servizi di trasporto pubblico rimarranno affidati all’Atac come auspicato dalla sindaca di Roma Virginia Raggi e dal Movimento 5 Stelle.
Il post della sindaca Raggi
Compiaciuta la sindaca Virginia Raggi, che non era favorevole al referendum. La sindaca, appena reduce di un processo che la vedeva sul banco degli imputati con l’accusa di falso, poi assolta, scrive su Twitter: “Atac resta dei cittadini. I romani vogliono resti pubblica. Ora impegno e sprint finale per rilanciarla con acquisto 600 nuovi bus, corsie preferenziali, più controlli, riammodernamento metro. Attenzione e rispetto per tutti i votanti“.
Polemiche sulle operazioni di voto
Ma non sono mancate alcune polemiche sull’organizzazione delle procedure di voto del referendum. I Radicali hanno annunciato un ricorso al Tar contestando l’applicazione del quorum.
“Il Campidoglio ha creato il caos nella partecipazione dei cittadini. Alcuni presidenti di seggio si sono rifiutati di ammettere al voto gli elettori sprovvisti di tessera elettorale. Quindi, a nostro avviso, il quorum non c’è. Impugneremo la questione davanti al Tar” denuncia il deputato radicale Riccardo Magi, tra i promotori del referendum insieme al comitato “Mobilitiamo Roma” e al suo partito.
La replica del Campidoglio
Ritratta il Campidoglio. In una nota ha precisato di aver dato “corretta informazione ai seggi” circa la possibilità di votare per il referendum anche se sprovvisti di tessera elettorale e con un documento di identità. “Alla Direzione Servizi Delegati è stato, peraltro, segnalato un unico caso risolto tempestivamente” si legge nella nota.
L’esito del referendum
Tra i voti scrutinati è comunque netta l’affermazione del sì, che trionfa con oltre il 74% dei voti. Chiosa Riccardo Magi: “Siamo felici di aver conquistato un’occasione di partecipazione. Il mancato raggiungimento del quorum è una sconfitta per una sindaca che ha fatto fatica a dire una parola sul referendum“.
Patrizia Cicconi