Riscaldamento globale: alla base della bufala dei climascettici

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Di Redazione Metropolitan

Qualche settimana fa in concomitanza con le punte di freddo in Europa e Nord America (in realtà dovuto proprio al riscaldamento globale che, influenzando l’Artico, indebolisce il vortice polare) di idiozie sul clima se ne sono sentite fin troppe.

Fondamentalmente è difficile a scala umana capire il riscaldamento globale senza avere prima delle capacità scientifiche in materia ed avendo dei forti bias personali.

Infatti gli scettici possono essere convinti solo dandogli modo di toccare l’evidenza, cosa spesso non banale. Come non è banale, ad esempio, portare evidenze di facile fruizione quando si parla di evoluzionismo (fra l’altro in certi casi antievoluzionismo e climascetticismo coesistono).

Annoto comunque che i climascettici parlano della questione solo quando fa più freddo del normale e mai quando fa più caldo del normale. Io sono un geologo e non studio il presente del clima, ma il suo passato, e quello che balza agli occhi è che il clima globale sia stato pesantemente influenzato dal tenore atmosferico di gas–serra fin dai lontani tempi dell’Archeano.

Insomma, è difficile a scala umana capire questo fenomeno senza avere le capacità scientifiche in materia ed avendo dei forti bias personali.

Un climascettico recentemente mi ha posto ben 14 tra affermazioni da sfatare e domande; qui di seguito le trovate con le mie risposte.

[1] In sostanza il riscaldamento globale c’è.

Il riscaldamento globale è innegabile: almeno su questo siamo d’accordo!

[2] Questo effetto e’ pero’ moderato.

Non è affatto moderato. O meglio: lo è forse su scala umana, in cui percepire 2 o 3 gradi in più o in meno non è facile. Lo è invece per gli ecosistemi, dove anche mezzo grado fa una grande differenza

[3] Il riscaldamento globale e’ causato dall’uomo? Probabilmente poco e in modo scarsamente quantificabile.

Non ho a disposizione dati sicuri fra le due forzanti principali e cioè:

  • fase a maggiore attività solare come nel periodo caldo romano e nel periodo caldo medievale rispetto a fasi ad attività minore come i “secoli bui” e la “piccola era glaciale”
  • aumento antropico del tenore atmosferico di gas serra.

Mi limito quindi ad una valutazione che viene dai miei studi sulla paleoclimatologia dall’Archeano ad oggi: 65% antropico contro 35% naturale.

un grafico mostra il "Paradosso del sole debole"
Grafico rappresentante il “Paradosso del Sole Debole” [ Photo Credits: scienzaedintorni ]

[4] Sono prevedibili gli sviluppi futuri? NO.

Si, sono prevedibili grazie a complessi modelli. I quali, addirittura, fino ad oggi si sono mostrati addirittura ottimistici.

[5] È una minaccia imminente per il genere umano? NO.

Si. È una minaccia per il genere umano, perché:

  • L’aumento delle temperature comporterà dei massicci cambiamenti nella distribuzione delle precipitazioni (come vediamo già adesso): in particolare diminuiscono i giorni di pioggia ed aumenta l’intensità dei singoli eventi. Lo vediamo nel cambio nel regime delle alluvioni: da grandi eventi a scala di bacini principali (Arno, Po, Tevere) dovuti a diversi giorni consecutivi di precipitazioni continue, oggi le alluvioni avvengono soprattutto in piccoli bacini a causa di piogge fortissime che durano poche ore. Inoltre i cambiamenti stanno pregiudicando la disponibilità di cibo e di acqua potabile in aree molto popolate, per cui si innescheranno massicce e incontrollabili ondate migratorie, sul modello del Mediterraneo alla fine dell’età del bronzo, che si interruppe bruscamente quando iniziò una fase di minori precipitazioni in un’area in cui buona parte della popolazione viveva già ai limiti della disponibilità di acqua
  • La deglaciazione avrà gravi conseguenze sul livello marino, con la perdita di parecchie aree costiere (porti compresi). Simpatico notare che la Florida, una delle patrie politiche dei climascettici, sarà quasi del tutto sommersa. Inoltre c’è il serio rischio che in Europa, la deglaciazione provochi un nuovo “evento di Heinrich”: un intenso flusso di acqua fredda proveniente dalla deglaciazione dell’Artico blocca la corrente del Golfo, perché impedisce alle sue acque provenienti dai Caraibi di affondare e proseguire il cammino in profondità ridiscendendo lungo il continente americano (la AMOC). Il che porterebbe in Europa un periodo freddo e secco, paradossalmente dovuto proprio al riscaldamento.

[6] È un vantaggio per il genere umano? Più SI che NO.

Dalla mia risposta alla domanda [5] segue che il riscaldamento globale non è per niente un vantaggio per il genero umano ma  – al contrario – una grave minaccia. E lo è per il genere umano più che per la Natura. O, meglio, la Natura si è sempre ripresa dopo analoghi eventi principali di estinzione di massa, dovuti PROPRIO alle massicce emissioni di CO2 delle Large Igneous Provinces (immense coperture basaltiche messe in posto in tempi molto ristretti), come per esempio  è ampiamente dimostrato per esempio alla fine di Permiano, Triassico, Cretaceo (nonostante la balla dell’asteroide-killer messa in giro proprio per tacitare i rumours sul CO2), e Paleocene. Da notare che il tasso di emissione annuale di CO2 e SO2 dalle Large Igneous Provinces responsabili degli eventi di estinzione di massa era minore del tasso di emissione antropico di oggi. Comunque la biodiversità si è ricostruita in qualche centinaio di migliaia di anni. Un periodo troppo lungo a scala umana

[7] Le “politiche verdi” sono economicamente nocive per il genere umano? SI.

Non essendo un economista, su questo sono poco ferrato. Le politiche verdi (e le abitudini più virtuose dal punto di vista ambientale) sono forse nocive per certe comodità e probabilmente lo sono per l’economia nell’immediato. Ma non per il futuro: le società assicurative, per esempio, sono preoccupatissime. Inoltre l’economia verde porta occupazione quando invece si sta riducendo in molti altri settori. E se proprio non ne facciamo una questione di gas-serra, è innegabile che l’inquinamento atmosferico sia un grosso problema e anche solo per questo il consumo di combustibili fossili (di cui attualmente  – ne sono purtroppo convinto – non ne possiamo fare a meno), vada comunque diminuito. Fermo restando che alcune politiche verdi mi lasciano parecchio perplesso

[8] Esistono problemi ben più gravi del clima che richiedono stanziamenti economici mondiali? SI.

Certamente occorrono stanziamenti importanti dal punto di vista della salute, delle infrastrutture di comunicazione, della ricerca scientifica e tecnologica e – soprattutto – per migliorare le condizioni economiche di buona parte del mondo, quello che in questo momento spinge a migrare in occidente. Ma in ogni caso tutto deve cercare di essere il più sostenibile possibile

[9] È vero che il mondo della ricerca scientifica è inquinato dal bias politico sul riscaldamento globale causato dall’uomo? SI.

No. È assolutamente falso. Anzi, è esattamente il contrario. È il mondo fuori dalla climatologia che ha un bias politico contro gli scienziati che si occupano specificamente del clima. Non esiste un lavoro che sia uno nella letteratura scientifica in peer-review che neghi l’effetto antropico. I pochi scienziati negazionisti sono esterni dalla climatologia. È come se avendo un problema cardiaco si segua l’opinione del dentista anziché quella del cardiologo

Il cambiamento delle temperature nel quinquennio 2005-2009 in rapporto alla temperatura media nel periodo 1951-1980 [Photo Credits: NASA, Jet Propulsion Laboratory]

[10] I non allarmisti/gli scettici sono boicottati nelle università, vengono negati fondi per la ricerca e trovano difficoltà a pubblicare le loro ricerche? SI.

Ed è ovvio! Perché un dipartimento universitario scientifico non può sostenere ipotesi antiscientifiche (ad esempio: non ci sono dipartimenti universitari che promuovono l’antievoluzionismo). Questo perché la Scienza non è come l’economia o la filosofia, la scienza è una datocrazia, dove contano i dati e non le idee. Quindi non è che c’è come in economia uno scontro fra economisti “statalisti” e “liberisti”. I dati climatologici sono quelli e leggendoli non è possibile interpretarli in maniera diversa e chi tenta di farlo viene irrimediabilmente respinto per inconsistenza scientifica. Ho potuto “ammirare” comunque alcuni esempi di lavori negazionisti “bocciati”: ebbene, sono lavori in cui i dati sono manipolati ad arte, per esempio tagliando dei dati o limitando le serie temporali per ottenere trend fasulli…

[11] Gli allarmisti ricevono miliardi di fondi e gli vengono offerte conferenze in paesi esotici. Fanno una bella vita? SI.

È bellissimo: la lobby dei climatologi contro quei poveracci di petrolieri e carbonai perseguitati ingiustamente…. Direi che è vero il contrario: il potere economico cerca di contrastare i dati scientifici con la fuffa e pagando qualche ricercatore tramite le lobby… basti vedere qualche anno fa la campagna di disinformazione e denigrazione contro dei climatologi sfruttando documenti falsi… quando si spacciano documenti falsi si ammette di essere in torto

[12] È vero che i media influenzano pesantemente l’opinione pubblica riguardo il riscaldamento globale causato dall’uomo? SI.

Si, è vero: i media influenzano gravemente la comunicazione. Ma nel senso contrario: mentre i lavori scientifici sono unanimi sulla presenza di una componente antropica nel riscaldamento globale,  a sostenere che è una bufala sono parte dei media non scientifici (carta stampata, giornali online, siti blog, social network). E ci sono anche molti siti che dietro un’apparenza scientifica spacciano falsità

[13] È vero che in ballo ci sono centinaia di miliardi dei contribuenti? SI.

Ecco… alla fine è una questione di tasse… certo… è ovvio che la leva fiscale al momento sia una delle poche possibilità per applicare pratiche più sostenibili ambientalmente. Ma si tratta di un investimento, non di un costo.

[14] Quindi di che parliamo? Della fine del mondo? Siete pazzi?

Non parliamo della “fine del mondo” come molti la intendono, ma di “gravi problemi per il futuro dell’umanità”. I pazzi sono quelli che lo negano.

La Terra si riprenderà, anche se non a scala temporale umana. Ha vissuto altri periodi critici. Saremo noi a non essere li’ per raccontarlo

Bibliografia:

  • Lethally Hot Temperatures During the Early Triassic Greenhouse. [Yadong Sun et al.]
  • Sagan e Mullen (1972) Earth and Mars: Evolution of Atmospheres and Surface Temperatures. Science 177, 52-56

Aldo Piombino

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