Roberto Baggio, storia di un trasferimento shock

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Di Andrea Mari

Nessuno la chiami “semplice partita di calcio“. È vietato. Soprattutto a Firenze, città che dona i natali alla Fiorentina. Nel capoluogo toscano, le gare contro la Juventus acquisiscono un’importanza monumentale: è l’evento dell’anno, una partita da dover vincere a tutti i costi. Questa rivalità sportiva è nata negli anni ’80 ma il trasferimento di un singolo calciatore ha decretato lo strappo definitivo tra le due tifoserie: parliamo dell’addio alla maglia viola di Roberto Baggio, ceduto dai fiorentini ai piemontesi dei potenti Agnelli.

In quel di Firenze, il 18 maggio è marchiato da un bollino nero. Giorno nefasto e foriero di brutte notizie. il diciottesimo giorno del quinto mese in calendario del 1990, Roberto Baggio si trasferì dalla Fiorentina alla Juventus sancendo la contrapposizione definitiva tra tifosi viola e bianconeri. Fu la trattativa che riscrisse le regole del gioco: il “Divin Codino” abbandonò l’ombra di Palazzo della Signoria approdando sotto la Mole per 25 miliardi di lire, cifra astronomica per l’epoca.

Roberto Baggio cambiò la storia

Ma non è tutto: a livello storico, il periodo del Medioevo comincia dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Allo stesso modo, la cessione di Baggio segna l’ipotetica fine del “calcio romantico“. Due avvenimenti così lontani tra loro che, paradossalmente, portarono ad una reazione similare del popolo: la guerriglia. I tifosi della Fiorentina, increduli ed arrabbiati, misero a ferro e fuoco le strade di Firenze. Si registrarono ingenti danni e ci furono numerosi scontri tra la polizia ed i supporters della Viola.

Fu un vero e proprio moto rivoluzionario che coinvolse tutto il popolo fiorentino che scese in piazza per manifestare il suo dissenso. Un fiume in piena color viola che non risparmiò nessuno: un pezzo di cuore era stato asportato dall’organismo della Fiorentina e donato, su un vassoio d’argento, agli odiati rivali della Juventus. Troppo per un tifo passionale come quello toscano.

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Baggio con le maglia di Fiorentina e Juventus (Credit: GazzaViola.it)

Storia di una rivalità che collassò con Roberto Baggio

Baggio fu soltanto l’epicentro di una rivalità consumata da polemiche ed accuse. Una contrapposizione che nacque, in effetti, negli anni ’80, molto prima di quel trasferimento che sconvolse Firenze e tutto il mondo del calcio. Non solo italiano. In quegli anni, Juventus e Fiorentina si contesero lo scettro della Serie A incontrandosi, spesso e volentieri, nelle competizioni europee.

Nel 1982, i bianconeri vinsero lo scudetto battendo nel rush finale proprio la compagine viola. Una sola lunghezza separò, alla fine del torneo, le due formazioni. Da quel momento, fu odio. La frustrazione della Fiorentina si infuocò nuovamente nel 1990: la “Vecchia Signora” vinse la Coppa Uefa ai danni della Viola in un doppio confronto che generò diverse polemiche. Nell’occhio del ciclone terminò l’arbitraggio, considerato troppo di parte dai toscani.

La goccia che fece traboccare il vaso cadde pochi giorni dopo la delusione europea: Caliendo, procuratore di Roberto Baggio, annunciò il passaggio del “Divin Codino” alla corte di Agnelli. Fu il caos.

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La contestazione dei tifosi viola (Credit: La Repubblica)

Scontri a Firenze mentre Roberto Baggio…

Guerra civile. Per un calciatore, per il simbolo dell’amore verso la fede calcistica. In mezzo, la città di Firenze. Si registrarono diversi danni e numerosi scontri tra tifosi e polizia. Il popolo viola chiese, a gran voce, la testa del presidente Pontello mentre assaltava, con ferocia e rancore, la sede della Fiorentina. Non insorsero dei facinorosi, bensì dei cittadini follemente innamorati della propria squadra e di quel numero dieci che disegnava calcio e magia in campo.

Intanto, Roberto Baggio si rifiutò di indossare la sciarpa della Juventus durante la conferenza stampa di presentazione, in segno di rispetto verso i suoi ex tifosi. Non bastò questo nobile gesto a placare il rancore: il neo juventino, che aveva risposto alla chiamata della Nazionale, ricevette sputi, insulti e minacce a Coverciano. Tornò a Firenze il 7 aprile del 1991, quasi un anno dopo dall’ultima volta. Con addosso il marchio dell’infamia: la maglietta degli acerrimi rivali piemontesi.

L’accoglienza non fu delle migliori e la situazione rischiò di degenerare quando venne assegnato un calcio di rigore alla Juventus: il rigorista bianconero era proprio l’ex di turno. Roberto Baggio si rifiutò di calciarlo perché Mareggini, suo vecchio compagno alla Fiorentina, lo conosceva troppo bene. Una nobile scusa per non accoltellare nuovamente i suoi antichi tifosi.

Al momento della sostituzione, il fuoriclasse della Juventus salutò tutto il pubblico di Firenze e prese in mano una sciarpa della Fiorentina arrivata dagli spalti. Il “Franchi” si spaccò in due correnti: i traditi fischiarono ed insultarono mentre gli innamorati applaudirono con le lacrime agli occhi.

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Roberto Baggio esce dal Franchi con la maglia della Juve ma con la sciarpa della Fiorentina (Credit: La Repubblica)

Caliendo sul trasferimento: “Mi disse che era una tragedia!”

Il trasferimento di Roberto Baggio visto da occhi autorevoli. La cessione che fece insorgere una città intera raccontata da prestigiose firme. La prima è quella di Antonio Caliendo, procuratore del “Divin Codino” ai tempi del misfatto, Ecco cosa raccontò alla Gazzetta dello Sport: “Maggio 1990, eravamo in un albergo vicino a quello della Juventus, che la sera dopo avrebbe giocato la finale di ritorno di Coppa Uefa contro la Fiorentina. In hotel eravamo io e l’amministratore delegato del Milan, Galliani. Avevamo trovato l’accordo per il trasferimento di Baggio in rossonero. Era tutto fatto, anche se solo sulla parola. Galliani mi invitò ad andare ad Arcore a formalizzare tutto con il presidente Berlusconi”.

Poi, il colpo di scena: “In mezzo ricevetti una chiamata di Montezemolo per nome dell’Avvocato Agnelli. Mi disse che sarei dovuto partire per Roma perché Fiorentina e Juve avevano trovato a loro volta un accordo per la cessione di Roberto. ‘Sappiamo dell’intesa con il Milan, vi riconosceremo lo stesso trattamento’, mi disse. Fui ricevuto ugualmente da Berlusconi e gli spiegai la verità: lui e Galliani furono due signori, mi dissero che comunque mi ero comportato in maniera eccellente. Il problema successivo fu convincere Baggio. Quando gli spiegai come stavano le cose, disse solo: ‘È una tragedia’ “.

Feltri: “Tutto a sua insaputa…”

È il turno di Vittorio Feltri, firma autorevole del giornalismo italiano. Ecco le sue dichiarazioni per Tutto Sport: “La Fiorentina è la prima a metterci la mano sopra, per due miliardi e otto, che nel 1985 erano soldi. All’ultima di campionato, contro il Rimini, scivola male e si rompe il crociato anteriore, la capsula, il menisco e il collaterale. Per uno normale sarebbe carriera finita. Invece la Fiorentina, che pure non ha ancora firmato niente, lo manda in Francia a operarsi e se lo tiene un anno in riabilitazione, senza giocare. E lo aspetta ugualmente allorché, appena tornato in campo, si rompe di nuovo. Altri tempi“.

L’inizio del mito: “Comincia così la loro storia d’amore, che lo porterà in Nazionale e a essere una stella di prima grandezza, fino alla “rapina”, nel 1990, da parte della Juventus, come se a Firenze i bianconeri non fossero abbastanza odiati. Baggio cerca di resistere, poi cede e per anni passerà da traditore, però la realtà è che la trattativa si era già chiusa sopra la sua testa precedentemente. Sono anni di successi e di sofferenza. “Quando era alla Fiorentina era di Firenze, a Torino non è di nessuno, chiosa un commentatore”.

Quel Fiorentina-Juventus: “Per spiegare il carattere di Baggio, che mischia una segreta vanità (il codino che ne sarà sempre il marcatore estetico distintivo, la giocata a volte troppo raffinata) a una sincerità che lo ha portato a litigare praticamente con tutti i suoi allenatori, basta una manciata di secondi di Fiorentina-Juventus del 6 aprile 1991. Roby si guadagna un rigore in un mare di fischi.

Il rigore della storia: “Sembra andare sul dischetto, poi fa no con la testa, contro i viola non lo tiro, e lascia il posto a De Agostini (che se lo farà parare). Il tecnico di quell’anno, Gigi Maifredi, poco dopo lo manda negli spogliatoi. Mentre a testa bassa egli fa per uscire, lanciata dagli spalti gli cade davanti una sciarpa viola. Baggio la raccoglie e se la tiene in mano, senza metterla al collo e senza alzare la testa, fino a scomparire nel tunnel, e i fischi del Franchi si placano in un mormorio e qualche applauso”.

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Federico Chiesa, il riflesso di Baggio? (Credit: Agenti Anonimi)

Il riflesso di Roberto Baggio

Gli echi del trasferimento di Roberto Baggio continuano ad influenzare il presente, a distanza di anni. La rivalità tra Fiorentina e Juventus è cresciuta e Federico Chiesa, promettente calciatore cresciuto nelle giovanili dei toscani, sembra aver subito lo “scotto del Codino“: i bianconeri di un altro Agnelli, stavolta Andrea, sono seriamente interessati al prodotto della Primavera dei toscani. Commisso, nuovo proprietario della Fiorentina, è riuscito a cancellare le avances della “Vecchia Signora” ricordando quel trasferimento shock: “Chiesa non sarà il nuovo Baggio!

Corsi e ricorsi storici di una rivalità appassionante infuocata, non volutamente, dal talento di uno dei calciatori italiani più forti di sempre…

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