Rock Memories#12: I Supertramp Di Cannonball

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Di Redazione Metropolitan

Rock Memories#12 : I Supetramp.

Rock Memories è un modo di ricordare artisti di oggi e di ieri legati alla mia vita, una vita che ha una sola passione: quella per la musica ed il rock in particolare, strizzando un occhio ai vinili che fanno parte della mia collezione. 
Condividere periodicamente con voi i miei ricordi sarà come creare insieme una colonna sonora: ognuno di noi ha giorni felici e meno felici che la musica, come per magia, può riportare alla mente e suscitare #emozioni evocare #volti e farci #sognare “

Pasquale Colosimo

 

 

 

Supetramp – Immagine web

 

Rock Memories#12: I Supertramp

Eravamo seduti li a chiacchierare.
Una sera come tante, d’estate, tutti li fuori davanti casa.
Io ero il più piccolo anzi no: lo era una mia vicina di casa, la sorella minore di una che era coetanea, insieme ad un’altra amica, di mia sorella.

Come tante altre sere il gruppo di mia sorella si ritrovava dopo cena li fuori a chiacchierare. Passavano i pomeriggi in piazza davanti la Chiesa Madre e dopo cena si ritrovavano li fuori e si raccontavano i loro segreti e io, la sera, che non potevo allontanarmi da casa, stavo con loro. Erano persone fantastiche e ancora oggi, quando ci rivediamo, ricordiamo con nostalgia quelle serate.

 

https://www.youtube.com/watch?v=J4QDhNAebtY

Del gruppo di mia sorella facevano parte due in particolare: uno aveva i capelli biondi lunghi e guidava una Renault quattro azzurra con l’adesivo di un hippie con la chitarra sulle spalle attaccato sul portellone posteriore e che a me sembrava fantastico.
Tornando a noi: quella sera stavamo parlando di una cara amica che in quei giorni festeggiava i 18 anni e quindi si stavano organizzando per comprarle un regalo quando, ad un tratto, apparve la famosa Renault quattro azzurra che si fermò vicino al nostro gruppo. Mi ricordo che loro non scesero dalla macchina, ma si fermarono per chiacchierare solo il tempo di una sigaretta.

 

Supetramp – immagine web

 

Mentre loro chiacchieravano, io mi accorsi che dallo stereo usciva una strana musica, dove il pianoforte la faceva da padrone. Mi colpii talmente, che chiesi subito chi ne fosse l’interprete e il musicista e il tipo con i capelli lunghi biondi, invece di rispondermi, prese dal cruscotto la custodia della cassetta e me la diede.
In copertina c’era una grata e da questa grata usciva fuori un braccio con un vassoio con un bicchiere pieno di succo d’arancia.

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=CVOc-SM8kHc

C’era scritto: The very best of Supertramp.

Mentre in pezzo finiva e un altro cominciava, ancora più bello, la sigaretta finì e la Renault azzurra e i suoi occupanti andarono via.
Non esisteva ancora Youtube e non sapevo come fare per riascoltare quella musica, Ricordavo la copertina, ricordavo il nome, ma non riuscii ad ascoltarli per un bel po’. Magari mi capitò pure di riascoltarli con la mia splendida radio a doppia cassetta, ma non sapendo riconoscerli, mi sfuggirono sicuramente.

Mille volte dissi a mia sorella che mi sarebbe piaciuto risentire quella musica e conoscere meglio quel gruppo, fino a quando una sera lei tornò a casa con quella musicassetta dicendomi che l’aveva chiesta in prestito per me dal tipo della Renault azzurra e io, felicissimo, corsi in stanza per ascoltarla.

 

 

 

Una due tre forse 10 volte di seguito… inutile dirvi che me ne innamorai. Il pezzo che mi colpì subito fu School.
Meraviglioso.

Di quella compilation mi restarono in testa per tanto tempo pezzi come Breakfast In America, The Logical Song e Take The Long Way Home.

Poi con il passare del tempo e ascoltando sempre di più la cassetta, che nel frattempo avevo duplicato, mi accorsi di un altro pezzo: Cannonbal. Questo è un pezzo che amo ancora oggi e che quando l’ascolto, mi riporta lì, su quella strada, appoggiato al finestrino di quella Renault quattro a sognare il giorno che anche sarei stato seduto in una bella macchina con una bella musicassetta e tanti amici e amiche a divertirmi e chiacchierare.

 

 

 

Cannonball è un pezzo meraviglioso della durata di 7 minuti e 42 secondi e che vi consiglio di ascoltare; è contenuto in questo #discodellasettimana, e fa parte del nono album in studio del gruppo: Brother Where You Bound, pubblicato nel 1985.
Nel brano che dà il titolo all’album e che dura oltre 16 minuti un tale di nome David Gilmour dei PINK FLOYD suonava la chitarra…

Quella sera mia sorella non mi portò solo la cassetta dei Supertramp, ma due. Ricordo che mi disse: “ascolta anche questa, a me piacciono molto, sono i Fleetwood Mac”…

…ma questa è un’altra storia!

 

 

 

 

 

L’artista:
I Supertramp sono un gruppo rock britannico formatosi nel 1970.

Nel 1969 un milionario olandese, Stanley August Miesegaes, smise di finanziare un gruppo chiamato The Joint, deluso dal mancato successo della band; tuttavia, egli provava molta ammirazione per il tastierista Rick Davies, e gli offrì la possibilità di formare un altro gruppo, di cui sarebbe stato il frontman.
Il primo membro ad aggiungersi al nuovo gruppo fu Roger Hodgson, pianista nativo di Portsmouth che aveva registrato un singolo (Mr Boyd) con un giovane e sconosciuto Elton John al piano, che si presentò alle audizioni intonando Dear Mr. Fantasy dei Traffic, e impressionando positivamente Davies.

 

 

 

In seguito, si aggiunsero il chitarrista Richard Palmer (futuro paroliere dei King Crimson) e il batterista Keith Baker, che risposero all’annuncio di Davies pubblicato sul giornale Melody Maker.
Davies ed Hodgson avevano due concezioni diverse riguardo alla musica: il primo, cresciuto in una famiglia operaia, prediligeva il blues e il jazz, mentre il secondo, che aveva studiato nella prestigiosa Stowe School nel Buckinghamshire, era affascinato dalla psichedelia e dal pop. Tuttavia, la loro collaborazione artistica fu molto prolifica, e i due si occuparono principalmente di comporre le musiche, mentre i testi furono affidati a Palmer . (wikipedia)

L’album:
Brother where you bound

1. Cannonball
2. Still in Love
3. No Inbetween
4. Better Days
5. Brother Where You Bound
6. Ever Open Door