Salone del libro di Torino | Il gioco del mondo

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Di Redazione Metropolitan

Metropolitan Magazine è stato al Salone del Libro di Torino! Qui il nostro resoconto dell’evento che ha richiamato migliaia di visitatori nonostante le polemiche iniziali.

Conversazioni allo stand della casa editrice L’ippocampo (photo credits: Valeria Sittinieri).

Siamo stati al Salone Internazionale del libro di Torino, uno degli eventi culturali più importanti dell’anno. Dal 9 al 13 maggio il centro Lingotto Fiere ha ospitato centinaia di editori, scrittori, giornalisti e intellettuali, ma soprattutto lettori, di ogni genere ed età. 

Lettori ed editori si incontrano

La bellezza del Salone sta tutta nella possibilità di un incontro reale, fisico, tra chi pubblica i libri e chi invece li legge; due mondi solitamente contrapposti: la domanda e l’offerta, il venditore e il compratore, quasi dei rivali. Un evento come questo rende invece possibile rompere questa barriera, rendere finalmente chiara la somiglianza tra il lettore e l’editore.

Ed è questo legame che il Salone cerca di rinforzare, un legame che rischia di indebolirsi giorno dopo giorno e che deve essere salvaguardato.

E così, visitando il Salone del Libro, temi come la crisi del settore editoriale e gli italiani che non leggono più sembrano echi lontanissimi. Migliaia di persone affollano gli stand, comprano i libri, ma soprattutto parlano, con gli editori, con gli autori, con gli ospiti, fanno respirare, vivere quelle pagine.  

E ad essere ancora più bello e ricco è il mondo delle case editrici indipendenti: nuove, giovani e necessarie nel panorama italiano dominato dalle grandi concentrazioni editoriali. Case come Iperborea, Sur, Fandango, Minimum Fax, si fanno largo con sempre maggiore decisione ottenendo risultati incoraggianti. Sono i loro e quelli degli altri piccoli editori gli stand più interessanti, curati esteticamente, dove il lettore è accolto, consigliato, ha la possibilità di scoprire e ampliare i propri gusti letterari.

Un Salone sempre più internazionale

Una lettrice nello spazio Libraccio (photo credits: Valeria Sittinieri)

Il gioco il mondo” è il tema che il Salone ha scelto quest’anno, per rendere omaggio al capolavoro di Julio Cortázar, ma anche per sottolineare la vocazione internazionale della manifestazione. “I paesi hanno confini ma le lingue no” così Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone, spiega la decisione di avere, per la prima volta, non un paese ospite, ma una lingua: lo spagnolo.  

Gli eventi previsti dal Salone sono centinaia, e riescono ad accontentare proprio tutti: dal popolarissimo Alberto Angela, al più controverso Vittorio Sgarbi, fino a Jovanotti. Tanti i nomi di spicco tra gli autori ospiti, italiani e non: Luis Sepúlveda, Alessandro Baricco, Roberto Saviano, Matt Salinger (figlio dell’autore de “Il giovane Holden”), Giancarlo De Cataldo e Gianrico Carofiglio, solo per citarne alcuni. 

E’ quindi la pluralità l’elemento caratterizzante del Salone, la volontà di restituire voci diverse, punti di vista nuovi e tante culture. Il gioco del mondo in tutta la sua bellezza e complessità.

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