Sfrattati gli attivisti dal Cinema Palazzo di San Lorenzo

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Di Redazione Metropolitan

Gli attivisti sfrattati dal Cinema Palazzo di San Lorenzo

Oggi 15 ottobre, nel quartiere di San Lorenzo, sfrattati dal Cinema Palazzo di San Lorenzo dall’ufficiale giudiziario che assieme ai vigilantes privati ed ai proprietari dell’edificio hanno posto i sigilli di sequestro nello stabile del Nuovo Cinema Palazzo. Con l’assenza delle forze dell’ordine, gli attivisti definendolo un atto illegittimo, hanno riaperto lo stabile occupandolo di nuovo. Dalle ore 10:30 di questa mattina gli attivisti presidiano di nuovo il sito proponendo un’occupazione costante a difesa di “un’esperienza culturale e sociale unica in città “.

La questione Casinò

L’occupazione ha luogo dall’11 aprile 2011, e la causa sposata dagli attivisti riguarda il bloccare la realizzazione di un casinò nell’edificio storico in Piazza dei Sanniti. Una società privata si sta occupando delle ristrutturazioni dell’edificio volte proprio “all’utilizzo dello stabile a casinò” con tanto di slot machine e virtual machine. Una nuova cultura, quella del guadagno, che sostituisce una delle icone che meglio rappresenta la cultura in generale, ovvero la settima arte, quella del cinema. Una prospettiva rivolta e volta solo verso l’interesse che vittimizza ciò che ci protegge e che dovrebbe essere protetta: la cultura.

Simbolo della nostra identità, viene spesso dileggiata e non valorizzata poiché non portatrice di guadagni diretti. Il grande compito del cinema invece sta nel poter rappresentare anche tramite metafore la realtà che ci circonda. Un’arte scomoda, quindi, perché alla portata di tutti. Un’arte che può insegnare molto. Gli attivisti all’epoca scrivevano:

L’ennesimo esempio di una cultura non cultura legata solo al gioco d’azzardo e all’impoverimento e alla mortificazione delle potenzialità artistiche e culturali dell’intera città di Roma. Qui è nato il talento di Marcello Fonte, Leone d’oro a Cannes per il film Dogman, tra gli occupanti dello spazio è accorso stamattina in Piazza dei Sanniti.

Il processo

Nel 2017 ben dodici persone furono processate, tra queste, anche persone note come l’attrice Sabrina Guzzanti, Marco Micoli ex deputato Pd ed attuale capo della segreteria politica di Zingaretti ed i leader dei centri sociali Aletta Andrea e D’Erme Nunzio, ex consiglieri comunali. Definito un disegno criminoso, nel capo d’accusa, portato a termine da 15 persone. Ed ora di nuovo gli attivisti sono stati sfrattati dal Cinema Palazzo.

La solidarietà

Piena solidarietà dai ragazzi dell’Associazione Piccolo Cinema America.

La nostra solidarietà al Cinema Palazzo che da anni lotta contro la speculazione edilizia e si attiva per rendere la nostra città un luogo migliore. Chiediamo a tutte le istituzioni di attivarmi affinché non chiuda un altro spazio culturale di Roma.

Marta Bonafoni esponente e capogruppo della lista civica Zingaretti si pronuncia dicendo che

Riteniamo l’apposizione dei Sigilli di questa mattina un gesto pesantissimo, quando invece è ora di aprire un dialogo con gli attivisti del Cinema e con le istituzioni per cercare una soluzione che eviti di privare il quartiere di Roma di uno spazio fondamentale come questo. Vanno trovati strumenti nuovi per affrontare la questione degli “spazi sociali” nella nostra città , partendo magari dalla legge regionale sui beni comuni che abbiamo approvato in Regione e che può essere di utilità fondamentale in questo percorso.

L’importanza degli spazi sociali

In un’epoca contraddistinta dall’individualità sancita ed offerta dalle nuove tecnologie, entrate a far parte della nostra quotidianità, gli spazi sociali stanno scomparendo. Una socialità messa a rischio dai ritmi frenetici e dal bisogno di un isolamento individuale. Gli spazi sociali che in tempi passati fornivano supporto all’interazione sociale in maniera attiva formando un collante capace di agglutinare l’individuo al tessuto sociale, stanno scomparendo. La loro funzione risultava ottimale allo scopo di combattere quel senso di anomia, di sfiducia verso l’altro, di “non condivisione”.

A portata di un click

Ora dove tutto è a portata di un click, la cultura si vede rilegata a cornice di uno sfondo sempre più isolato in cui il soggetto del dipinto è da solo col suo smartphone. Un cinema non è più un mezzo di comunicazione con l’altro, diventa un edificio vuoto, protetto dai pochi resistenti, non al cambiamento, ma all’impoverimento del tessuto sociale che ormai comunica in maniera freneticamente ermetica ed indiretta.

Cosa si può fare?

Di strumenti per risolvere questo problema ce ne sono molti. Ciò che è importante riguarda la sensibilizzazione alla condivisione della cultura. La cultura che spesso viene confusa con lo spettacolo. La cultura dovrebbe unire le persone e portare alla condivisione. Cosa si può fare? Riscoprire l’importanza del vivere la cultura in relazione con l’altro. Non c’è cultura senza condivisione: soccombe sotto i colpi della solitudine. La socializzazione e la solidarietà sono una delle possibili soluzioni. Attuabili solo tramite una presa di coscienza collettiva. Una coscienza collettiva che fertilizza il terreno della cultura, portandola alla coscienza di ognuno.

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