Taiwan, non più omofobia

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Di Redazione Metropolitan

Un venerdì 17 che sa di rivoluzione: oggi infatti – Giornata mondiale contro l’omofobia – Taiwan è il primo paese asiatico a legalizzare i matrimoni gay. 

Vittoria a Taiwan

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credit: reuters

Migliaia di cittadini si sono riuniti davanti al Parlamento in una Taiwan coperta da pioggia e  da arcobaleni. L’approvazione della legge offrirà a coppie dello stesso sesso un trattamento simile alle coppie eterosessuali legate in matrimonio. Nonostante l’opposizione di ale più conservatrici del paese, tanti oggi possono cantare vittoria. 

Vittoria che arriva dopo due anni: la legalizzazione dei matrimoni gay era infatti attesa sin dal 2017, anno in cui il Tribunale Costituzionale aveva stabilito che il matrimonio delle coppie omosessuali fosse un diritto che il governo avrebbe dovuto garantire entro il 24 maggio di quest’anno. Se entro questa data non si fosse raggiunto un accordo parlamentare, l’unione tra persone dello stesso sesso avrebbe potuto avere luogo comunque in automatico.

 Diritti umani non universali

Se un paese gioisce alla conquista di un diritto umano, un altro soccombe alla follia di un governo che mira a cancellare la diversità. È il caso del Brunei, paese nel quale l’omosessualità – già punita con il carcere – è tornata ad essere punibile (l’ultima esecuzione risale al 1957) con la pena di morte. 

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“Fare la storia”

La Presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, membro del Partito progressista liberale mostra tutto il suo sostegno alla causa attraverso su Twitter: «Oggi possiamo fare la storia e mostrare al mondo che i valori progressisti possono radicarsi in una società dell’Asia orientale. Possiamo mostrare al mondo che #l’AmoreVince». Non è una lotta per l’uguaglianza, ma per vivere e convivere con la diversità. 

Giornata mondiale contro l’omofobia

Il 17 maggio è una data simbolo, una tappa importante nel percorso al raggiungimento dei fondamentali diritti umani per ciascuno. Dal 2004 l’UE ha scelto questa data come Giornata mondiale contro l’omofobia poichè nel 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità – che aveva per lungo tempo annoverato l’omosessualità tra le malattie mentali – ha decretato l’unione tra persone dello stesso sesso come “variante naturale del comportamento umano”.   

-Serena Valastro