Tra Ungaretti e Montanari, una prima prova tra storia e attualità

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Di Redazione Metropolitan

Le tracce della prima prova e tutti i cambiamenti della nuova maturità

Maturità 2019, cosa è cambiato e le tracce della prima prova scritta.

“Si accendono le luci qui sul palco”, e in un attimo inizia l’esame di maturità. In Italia l’hanno affrontato ieri oltre 520mila ragazzi. 26.188 classi, non solo spazi fisici da riempire con banchi e sedie, ma un insieme brulicante di teste pensanti che, armate di penna e vocabolario, si sono finalmente cimentate in questa prima prova: solo l’inizio di una tanto sperata quanto odiata nuova sfida. 

Esattamente, “nuova”, perché da quest’anno la storia è cambiata: con il nuovo Esame di Stato, non solo si è abolito il tanto temuto quizzone (la terza prova multidisciplinare), ma le altre prove sono state anche ulteriormente rivoluzionate, lasciando sorpresi persino i professori. 

Si è svolta ieri la prima di queste, secondo le novità introdotte dal MIUR: invece di avere soltanto un testo a disposizione per la tipologia A, l’analisi del testo, si è optato per averne due, uno in prosa e uno in poesia con autori scelti tra quelli attivi dopo l’Unità d’Italia: rispettivamente “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia e “Il Porto Sepolto” di Giuseppe Ungaretti, autore tra i più usciti negli ultimi 20 anni.

Per il testo argomentativo, in sostituzione alla tipologia del saggio breve o dell’articolo di giornale, il ministero ha estratto tre tracce, due delle quali si sono guadagnate il podio delle più scelte. Prima classificata, “L’illusione della conoscenza” tratta da un libro di Steven Sloman e Philip Fernbach, scelta da quasi uno studente su tre, sulla capacità dell’uomo di cimentarsi tra momenti di genio e momenti catastrofici. Al secondo posto si qualifica, invece, “Istruzioni per l’uso del futuro” di Tomaso Montanari, sull’avvincente tema dell’importanza del patrimonio culturale e della democrazia. Imperdibile il commento dello stesso autore sulla piattaforma Twitter, con cui invita i ragazzi a confutare le sue idee, a tirare fuori i loro pensieri e la loro intelligenza: “La cosa più essenziale è il pensiero critico, il dissenso. La parola contro”. Meno gettonata la terza possibilità, il tema sull’eredità che ha lasciato il Novecento alla cultura italiana, tratta appunto dell’introduzione di Corrado Stajano alla raccolta di saggi “La cultura italiana del Novecento”.

Fonte: ilsussidiario.net

La tipologia più discussa è stata, tuttavia, l’ultima, la riflessione critica sule tematiche di attualità, che ha offerto due validi punti di partenza: un testo di commemorazione del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ucciso dalla mafia nel 1982, per argomentare i valori dell’antimafia, e un articolo sul ciclista Gino Bartali per riflettere sul rapporto tra sport, società e storia. E’ la prima volta, infatti, che Bartali entra nella stria della maturità. Tra le dichiarazioni del sottosegretario alla Presidenza con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti, sono notevoli queste parole colme di emozione: “Un segnale bellissimo, che personalmente mi emoziona moltissimo, perché allo sport viene riconosciuto il suo posto nella storia come valore fondamentale nella formazione culturale dei nostri ragazzi e di tutta la comunità”. Non da meno il commento di Nando Dalla Chiesa, figlio del protagonista della prima traccia citata e di un significativo pezzo di storia italiana: “È bellissimo perché uno degli obiettivi della mafia è far dimenticare le vittime e che sia entrato nel tema è un fatto civile di grande portata”.

Il commento dei ragazzi a tutto ciò è stato, nonostante la naturale ansia che li ha colti prima di fare il loro ingresso in classe, è stato piuttosto positivo. Ora li aspetta la seconda prova, che per i licei classici conterrà sia greco sia latino, mentre per gli scientifici sia matematica sia fisica, abolendo il precedente regime che ne prediligeva uno solo. Ma la vera novità sta nel colloquio orale, che non vede più protagonista la creatività, l’inventiva e le propensioni degli studenti, che si esplicavano nella famosa “tesina”. Stavolta si darà spazio, se così la si può definire, “capacità di improvvisazione”. I maturandi, infatti, saranno posti davanti ad una scelta: tre buste, con all’interno del materiale didattico tra immagini di opere d’arte, poesie ed ogni genere di imput, tra cui bisognerà pescare il proprio argomento, affidandosi completamente al caso e esponendo collegamenti solidi e validi creati al momento.  

L’incoraggiamento del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti non si è fatto attendere e ha tranquillizzato i ragazzi citando Seneca e ricordando che, per il “loro ministro, sono tutti da 100”.