Tutta Colpa Del Dado: quando non è solo colpa tua

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Di Redazione Metropolitan

Il dado si sa, è croce e delizia del giocatore di Dungeons And Dragons e affini. Può vanificare una strategia messa a punto con sapienza in un battito di ciglia, e allo stesso tempo può infondere una sorprendente epicità anche alla più insulsa delle azioni.

Insomma, quando dopo un paio di 20 naturali ben combinati ti ritrovi a cavalcare un druido in forma di rinoceronte, lanciato in carica contro il nemico per sferrargli il colpo di grazia, hai tra le mani un piccolo racconto che narrerai con orgoglio ai posteri.

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Ma non è questo il posto per i racconti di gloria. Almeno non oggi.

Oggi torniamo a parlare di disagi. Perché che se ne dica, dopo epiche campagne e battaglie all’ultimo sangue, i disagi sono ciò che rimarrà per sempre nei cuori dei giocatori, segnandoli spesso per il resto della loro carriera.

Io vengo ancora derisa ogni volta che una sedia viene nominata per qualsivoglia motivo, quindi parlo con cognizione di causa (per chi non sapesse di cosa parlo, è arrivato il momento di recuperare il precedente episodio qui).

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Se la scorsa volta abbiamo parlato dell’impatto traumatico che un maledettissimo dado sfigato può avere su di un’innocente novizia piena di speranze, in questo appuntamento approfondiamo un tema più complesso: quando la sfortuna non è solo tua.

Avete già conosciuto Nimue, l’intrepida elfa ladra dal linguaggio un po’ troppo colorito, che, novizia nella sua prima campagna, ha visto i suoi sogni di gloria miseramente schiacciati da un inesorabile critico negativo e da un master particolarmente smanioso di mostrare la caratteristica principale della sua razza: il simpatico sadismo.

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Ora, direte voi, un inizio un po’ zoppicante non ha mai fermato nessuno.

E’ vero, e la nostra amata ladra dalla chioma scarlatta infatti non si è data per vinta: spinta da uno struggente passato indefinito, quando io ancora non sapevo nemmeno cosa significasse la parola background, Nimue è quindi partita, un po’ diffidente verso i compagni, per il viaggio che le avrebbe cambiato la vita.

Ma il dado non è mai stato amico di Nimue, e non ha mai perso occasione per ricordarglielo. Solo poche sessioni dopo, quel destino burlone che ama prendersi gioco dei personaggi più impavidi, è tornato a bussare alla porta della nostra elfa preferita.

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L’unica consolazione è che a farne le spese non è stata solo lei.

Cosa succede quando in un duello entrambe le parti vengono indiscriminatamente colpite dalla temibile maledizione del critico negativo?

Ve lo dico io: un lunghissimo, interminabile, estenuante mare di nulla.

Lasciate che sia più chiara, ora vi illustrerò cosa è successo.

La nostra amata Nimue, in quanto esploratrice del party (o almeno lo sarebbe se il dado la assistesse), viene mandata in avanscoperta all’interno di una casa abbandonata. I dintorni pullulano di nemici, perciò il buon senso direbbe di muoversi silenziosamente.

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E infatti è quello che, dall’alto della sua poca saggezza ma discreta intelligenza, prova a fare.

Peccato che dal nulla arrivi il primo tiro indecente della giornata: non un critico negativo, ma comunque un numero così ridicolo che può essere tradotto nella ladra che sbatte i coperchi delle pentole tra loro, in un assolo cacofonico che avrebbe risvegliato anche lo Snorlax a sud di Lavandonia.

Inutile dire che la casa non fosse vuota, e subito un temibile png di mezzo livello si frappone tra lei e l’uscita.

L’unica soluzione è lo scontro.

A sua difesa, Nimue nella sua testa è un’agilissima ladra, piccola e scaltra, con uno stile di combattimento veloce e letale, e che dovrebbe, mangiarsi il mingherlino fuorilegge di fronte a lei in un boccone.

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Quello di cui l’elfa non si rende conto, è il suo gigantesco -1 in forza, combinato con un dado che sembra odiarla dal più profondo del suo gelido cuore.

Tra l’altro sfidare in duello i tiri del master, vile creatura che allieta le nostre serate, non è mai una buona idea.

Per chi non lo sapesse infatti, una caratteristica fondamentale di questo sadico e infido animale è l’innata e maledetta fortuna in ogni suo singolo lancio.

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Non importa quanto il tuo dado sarà alto, quello del master lo sarà sempre di più. E’ una legge di natura.

Tuttavia, anche i master hanno le giornate nelle quali l’universo si dimentica del loro ruolo, ed è in quell’unico, prezioso momento che i giocatori hanno una possibilità.

O almeno l’avrebbero se il dado si degnasse di far uscire dei numeri con più di una cifra.

Per la giovane Nimue, quel giorno non è così, e con un master catapultato in una spirale discendente di tiri indegni, lo scontro si trasforma in un patetico teatrino senza alcun segno di conclusione.

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Nimue e il debole fuorilegge si studiano. Chi attaccherà per primo? L’opponente avrà una strategia? Nel buio di una casa abbandonata, dove solo dei fiochi raggi di sole penetrano all’interno, facendo brillare il pulviscolo che galleggia nell’aria, vi faccio un grande spoiler: NON IMPORTA.

In quell’atmosfera surreale, sospesa in un respiro, alla fine Nimue decide di attaccare.

Un lampo rosso si fionda sul fuorilegge dal ghigno crudele, e nell’universo un dado rotola sul tavolo degli dei: 5.

Il brigante quasi non ci crede di essere scampato all’attacco, e allora ne approfitta rispondendo con un preciso fendente della sua spada.

Peccato che la sua fortuna gli conceda un misero 2 (e in un’altra dimensione, tutti si girano sconvolti in direzione del master, senza una spiegazione per questo tiro che non gli appartiene: sarà una svista).

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La nostra elfa preferita allora, con rinnovata sicurezza per essere scampata alla morte (diciamo che tra punti ferita e costituzione, l’affascinante Nimue inizialmente poteva essere spazzata via da una carezza), con una leggiadra manovra affonda un nuovo colpo.

L’universo inizia a ridere di gusto quando sul tavolo degli dei si presenta il primo 1.

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Imprecando in tutte le lingue che conosce, ben tre per la cronaca, la ladra inciampa su sé stessa, e guardando l’ultimo briciolo di dignità dissolversi nell’aria satura di polvere, espone il fianco al nemico.

Attacco d’opportunità.

Come una bestia affamata, quest’ultimo si avventa su di lei, illuminando per un momento la stanza con il bagliore della sua lama sfiorata dal sole. Ma quel giorno il fato sembra avere tempo da perdere, e un altro tiro indecente si presenta alla porta del master.

Un evento più unico che raro.

Ma il fuorilegge è agguerrito, e attacca nuovamente con foga.

Da qualche parte però, su un altro piano, in quel momento il master si trova di fronte a qualcosa che per la loro razza è una leggenda: un inesorabile critico negativo.

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La sessione si ricorderà negli annali come il giorno in cui il potere del master è finalmente venuto meno.

Peccato che quello di Nimue non ci sia mai stato, e pur approfittando dell’attacco d’opportunità, fallisce ancora una volta il colpo, ricominciando questo ridicolo circolo di inutilità.

Insomma, avete capito un po’ l’antifona no?

Quest’inutile scontro, della stessa efficacia di un violento combattimento fatto con dei cucchiai di legno da cucina, si è protratto per tempi imbarazzanti, e nel frattempo il resto del party ha avuto il tempo di salvare il mondo un paio di volte. E magari bersi una birra nel mezzo (cosa che ha fatto arrabbiare Nimue ancora di più, perché non è possibile bere senza che lei sia presente).

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L’epico scontro immortalato in un’immagine (credits: Antea Ruggero)

Alla fine, logorati da una danza che sembra non avere mai fine, il master, ferito nell’orgoglio, decide di porre fine alle sofferenze di tutti facendo velatamente suicidare il povero png.

Per far fare una cosa del genere ad un master che prova evidente piacere fisico per le tue sofferenze, potete capire quanto potesse essere imbarazzante la situazione.

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Tutto questo poema comunque, è stato scritto per comprovare una semplice e agghiacciante verità: è vero che quando i dadi non ti assistono è una tragedia, ma quando non assistono nemmeno il tuo opponente è anche peggio.

Perciò quando venite ricoperti di mazzate senza possibilità di replica, rallegratevi, almeno non siete rinchiusi in un loop senza fine che vi coprirà di ridicolo per il resto della vostra carriera.

Con questo vi saluto e vi do appuntamento alla prossima puntata, che spero arriverà al più presto.

ANTEA RUGGERO