Vienna provoca l’Italia in Alto Adige

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Di Redazione Metropolitan

Il Ministro degli Esteri Moavero non si recherà a Vienna per il bilaterale con il suo omologo austriaco. Le ripetute affermazioni del cancelliere Kurtz in merito al disegno di legge per il doppio passaporto ai cittadini italiani di lingua tedesca in Alto Adige hanno riaperto una questione vecchia di un secolo.

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“La causa sono le ricorrenti affermazioni circa lo studio di un disegno di legge ad hoc del Governo austriaco per conferire la cittadinanza dell’Austria e il relativo passaporto ai cittadini italiani dell’Alto Adige di lingua tedesca e ladina. Un’iniziativa che incrina il clima di serenità e fiducia reciproca, che costituisce la premessa indispensabile per la buona riuscita di questo tipo di incontri.”

Questa la nota del Ministero che spiega le cause dell’annullamento del bilaterale. Questa volta l’Italia non ci sta, le ingerenze di Vienna negli affari altoatesini si sono fatte sempre più insistenti negli ultimi tempi. Addirittura venerdì scorso il Primo Ministro Kurtz si è recato in visita a Bolzano. Pochi lo sanno ma le regionali si avvicinano anche in questa estrema “periferia” italiana. L’intervento del cancelliere a sostegno degli indipendentisti di lingua tedesca segna un punto di non ritorno, la crisi diplomatica è inevitabile.

LA GUERRA SCONOSCIUTA

La questione altoatesina rischia di risvegliare sentimenti mai del tutto sopiti. In questa “appendice” settentrionale dell’Italia si è combattuta una guerra a “bassa intensità” per circa quarant’anni. Il terrorismo di matrice “tedesca” si è macchiato di molte azioni, per lo più mediante l’uso di esplosivi per colpire reti ferroviarie e monumenti. Senza però disdegnare gli attacchi direttamente rivolti ai carabinieri, come il 25 Giugno del 1967, quando quattro militari italiani perdono la vita a Cima Vallona.

Mentre si recavano presso un traliccio fatto appositamente saltare per attirarli in trappola, i militi saltarono sopra delle mine antiuomo piazzate sul sentiero. Questo è solo un esempio dell’efferatezza delle diverse sigle che si susseguirono negli anni. La risposta italiana non fu da meno, i carabinieri si macchiarono di tortura nei confronti dei prigionieri con il fine di farli parlare. A causa di queste vessazioni morirono diversi esponenti dell’eversione altoatesina. Questo piccolo excursus per far capire quanto queste terre siano state teatro di uno scontro etnico poco conosciuto nel bel paese.

L’ultima azione degna di significato è il ritrovamento nel 2004 di 10 chilogrammi di tritolo sulla linea ferroviaria nei pressi di Bressanone. Il pacco esplosivo recava la scritta “Ein Tirol” l’ultima sigla terroristica in ordine di tempo. Il suo capo Karl Ausserer è attualmente a piede libero in territorio austriaco, nonostante una condanna a 25 anni da scontare in Italia.

Durante gli anni ’80, i cittadini di lingua italiana si sentivano abbandonati dalle loro istituzioni. Come risposta si riversarono alle urne, votando in maniera compatta il Movimento Sociale Italiano, cosa che contribuì al peggioramento dei rapporti tra le due etnie. Oggi a raccogliere il testimone sono Fratelli d’Italia, l’unica forza politica che fa la voce grossa contro Vienna.

Lollobrigida, parlamentare del partito della Meloni, lancia l’appello: 

«Ci auguriamo che il premier Conte, sulla scia di quanto affermato dal ministro Moavero, nell’incontro di martedì con il cancelliere austriaco faccia valere gli interessi della nazione, chiarendo una volta per tutte che Bolzano è italiana e che mai nessun capo di governo straniero era sceso in campo per sostenere un partito, violando di fatto la campagna elettorale in uno Stato sovrano».

Per una volta, indipendentemente dal credo politico, qualcuno dovrà essere d’accordo con Fratelli d’Italia.